Antonio Sartor – Il padre ritrovato
Piazza Editore – Silea (TV) – 2018 - pag. 311 - € 14,00
Il padre ritrovato, il romanzo di Antonio Sartor che prendiamo in considerazione in questa sede, è redatto in terza persona.
Il testo è strutturato in cinquantadue capitoli brevi che rendono ariosa e piacevole la lettura, ai quali seguono le note aggiuntive del Narratore.
Come leggiamo in quarta di copertina la narrazione ha per oggetto famiglie che si estinguono e famiglie che rinascono. L’involontario protagonista è Diego, cresciuto senza conoscere il padre che ritrova in Italia. Insieme contribuiranno a dar fiato ai loro sentimenti. Figli che nascono, amicizie e amori che fioriscono, aziende e attività che si sviluppano e crescono: errori e dimenticanze divengono il presupposto per una rinascita, uno spazio vitale per le nuove generazioni.
L’autore da narratore onnisciente con uno stile che coinvolge il lettore, che finisce nell’affondare nelle pagine, sa orchestrare magistralmente situazioni e atmosfere alle quali danno vita i numerosi personaggi tutti descritti in modo introspettivo nel loro differenziarsi tra loro per indole e carattere.
L’andamento del plot che si sviluppa è movimentato e il libro si legge tutto d’un fiato.
Si evidenzia nelle parole ben dosate una cura dei particolari e per i colpi di scena e la forte umanità delle figure descritte il volume ha qualcosa di teatrale.
Un protagonista invisibile della diegesi pare essere il tempo attraverso il susseguirsi delle generazioni e i flashback che rendono vivace la lettura nel tornare indietro nel tempo stesso per riattualizzarlo sono curatissimi.
Il fatto saliente della storia narrata, quello che in tutti i romanzi diventa il fulcro dell’opera stessa, è un’agnizione un riconoscimento di una persona nella definizione e nell’essenza della sua identità.
Si tratta della scoperta del tutto casuale e imprevista da parte del personaggio Sandro, il titolare di un’azienda, di avere un figlio sulla ventina cosa che inizialmente da incredulo lo turba ma che poi sa riconoscere come fatto del Caso con la c maiuscola come lo definisce lo scrittore.
Sandro convive con Marta con la quale nonostante numerosi tentativi non è riuscito ad avere un figlio e quindi Diego da lui concepito ai tempi del liceo, in un amplesso che aveva completamente rimosso, diviene figura centrale nel suo imparare ad amarlo, affetto che è contraccambiato dal ragazzo.
Tutto ha inizio un’antivigilia di Natale quando l’imprenditore tornato in ufficio dopo un viaggio di lavoro va a guardare la fotografia della festa aziendale dei suoi dipendenti e nota nel gruppo un ragazzo nel quale scopre il suo sosia in forma giovanile.
Il suo primo impulso è quello dello stupore per l’incredibile coincidenza davanti alla quale si trova e tuttavia non immagina minimamente che quel ragazzo venuto dal Venezuela sia suo figlio.
Sarà Lorenzo, amico di Sandro dai tempi del liceo, con un fare da investigatore, a tornare con la memoria proprio agli anni della fine della scuola e a ricordargli di una festa goliardica nella villa della disinibita Greta, durante la quale la ragazza aveva sedotto Sandro e in un frenetico amplesso era stata da lui messa incinta.
Sandro è incredulo ma poi gli torna la memoria e dopo essersi sottoposto al test del DNA insieme a Diego test che conferma la paternità diviene amico e confidente di quel giovane che è suo figlio mentre la madre era morta nel partorirlo in Venezuela dove era emigrata dopo la bancarotta dell’azienda di suo padre, cosa che aveva portato l’uomo al suicidio.
Una girandola di eventi che culminerà lietamente nel matrimonio di Sandro con Marta e in quello di Diego con la propria amata.
Raffaele Piazza
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