Pubblicato il 20/05/2015 20:53:10
Il magnifico nesso
Avete drogato dio e l’avete posto a guardia della vostra ferocia. Gli avete tagliato un orecchio per far capire che non scherzate quando dite noi verremo.
Maestri di mitra ammaliate di morte la sabbia, bramate immensa ricchezza dai vostri santuari di rabbia. Come allibratori vi aggirate intorno alle vesti scollate, soppesate la carne separate il puro dall’impuro perseguite il polso scoperto temete l’incavo dolce del mondo. Sapete come assaltare questo stremato occidente così arrogante nelle propaggini da far pensare che nemmeno l’infarto possa curarlo.
Prima di voi vennero altri profeti a caricare d’odio l’erba. Altri assassini si fecero accanto per innalzare alture di corpi trafitti alle tempie. Ma nessuno riuscì a sradicare la copiosa bellezza cresciuta nei cuori canori. Invano i fori dei proiettili continuano ancora a scrutare l’estensione dell’anima. L’odore di sambuco si muove sul dorso minuto dell’ape.
Nomadi assoldati dal cielo stellato e yazidi dai corpi di noce divelta, uomini chini sul tappeto di culto e vecchi copti murati nel sole, stanchi operai sul carrello elevatore e giovani donne dal seno esultante, dondolanti ebrei dai piedi di culla e malati terminali sull’arena del letto, ragazze sfiancate d’arsura ad Asmara e padri imploranti una pioggia più fioca, tutti voi e tutti gli altri passanti, voi che avete salvato qualcosa di chiaro, alzate la voce e correte a riempire gli orci degli sguardi, lasciate che il canto che avete raccolto cresca nell’altro, rimboccate la covata della luce affinché più al centro si sposti questa schiva speranza.
C’è bisogno di voi là fuori perché difendiate quel fragile nesso che ci vuole fratelli d’altri esseri umani. Perché le ossa dei morti non piangono in inglese, perché il fumo dei villaggi incendiati volge al nero ogni intonaco azzurro, perché la paura lambisce ogni fessura e la fame non conosce umana premura.
Se davvero vogliamo comporre l’immenso, non possiamo lasciare che il nesso si smorzi.
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