Pubblicato il 15/04/2015 22:47:02
Vita da poeta Un gemito attraversa questo mio poetare forse una musa accanto a me è giunta a sospirare forse anche lei priva di inventiva
qualcuna che la sostituisse forse aspettava.
Intanto accanto a me sospesa se ne stava fissando con occhi persi i miei versi che l'inchiostro accoltellava lamentando e chiedendo scusa veloce poiché lei non era la musa dalla bella voce.
Stupito e sollevato in egual modo poiché dell'ispirazione sciolsi il nodo feci accomodare l'eterea fanciulla che era con me sin dalla culla.
Uno spirito benevolo o di fiamme infernali certamente non proferì cose banali ma dell'uomo e di Dio mi rese conto della stupidità del primo e dell'inganno del secondo.
Mi raccontò con amabili parole la vera storia della creazione di come sorsero luna e sole e di come quei due gettarono tutti nell'eterna dannazione.
Tuttavia non fu di entrambi la colpa di questi crampi ma dell’uomo solamente che per un bel visin e un paio di curve causò il primordiale incidente.
Dopotutto quale uomo non cede alla carne se è poi carne di divina fattezza si cede senza parlarne, anche se Dio la strappò dal costato mentre assopito ebbe approfittato per creare un dolo tanto perfetto che avrebbe ingannato l’uomo portandoselo a letto.
Ma l’uomo seppe dell’inganno poiché della sapienza si era cibato ma con il fare di quelli che non sanno si accontentò della vita da sposato.
Quando al racconto pose fine per leggi divine la mia mano priva di vita cadde sul foglio e con essa la penna fra le dita
La fanciulla mi aveva imbrogliato raccontando qualcosa che non andava rivelato. Tuttavia non solo loro sanno imbrogliare poiché dalla vita mi seppi congedare nel modo migliore che un uomo possa sperare
trasformando in gemito questo mio poetare.
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