Pubblicato il 17/03/2016 10:09:35
Il “J’accuse” era semplice e cristallino: furto di una gallina. Si era difeso, Paolone, dall’accusa, ma le prove erano schiaccianti, le zampe del pennuto e i resti delle piume lo inchiodavano alle sue responsabilità. Si aggiunga che il vicino, a lui da sempre ostile, voleva dargli una lezione e aveva ingaggiato un avvocato costatogli più dello sfortunato pollo. Al poveretto, invece, avevano dato d’ufficio il Farolfi, un avvocato sempre disposto a conciliare l’accusa appellandosi sempre “alla clemenza della corte” in finale di arringa nelle udienze. Stavolta però l’avvocaticchio volle stupire la corte e concluse così: “Se la gallina errabonda non girovagava, il mio cliente non l’avrebbe presa”. Paolone fu assolto! Centodieci giudiziario
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