Pubblicato il 02/09/2023 01:57:43
"L’AMORE E' UNA GUERRA" di Martin Palmadessa Recensione di Massimo Seriacopi su rivista LUOGOS n.23 - Pag.4 C’è un insegnamento da ricevere dopo la lettura della raccolta poetica di Palmadessa, riflessione a!tenta e molto articolata sulle varie “tappe” di un’esistenza che non chiede, ma addirittura pretende, giustamente, di trovare un senso e forse un ordine riguardo alla “spesa” sentimentale ed emozionale profusa nel corso delle esperienze vissute. L’Autore ha dimostrato, componimento dopo componimento, di aver chiesto conto di questo impegno, di questo alito vitale e fluire di sangue appassionato profuso senza risparmio che sigla e riga ogni suo verso, ogni sua scelta lessicale, di notevole valenza espressiva. Infatti anche proprio il dato formale di tale scelta espressiva è rivelatore: c’è una ricerca accurata in questo itinerario artistico che sa far tesoro della tradizione letteraria innovandola poi profondamente, e con cognizione di causa. Gli aspetti fin qui accennati sono ben delineati già in liriche come la prima d’apertura, che dà il titolo alla raccolta, e la terza; si può considerare come entrambe siano essenzialmente caratterizzate da una resa fonica sapientemente costruita, e in versi come Dio punisce chi ha le ali e non vola il messaggio di condanna per chi rinuncia agli ideali, ai sentimenti, per paura e quieto vivere (che è poi un non vivere davvero) si sposa bene alla cifra stilistica prescelta; e la contrapposizione tra ardore e freddezza registra i due poli, positivo benché latore di impegni forti e sofferenze quello di chi si “spende” per amore, negativo per chi si cristallizza arroccandosi in difesa che signifi ca rinuncia, mentre il tempo scorre e travolge chiunque, e solo il sentimento esperito può dare un senso; e pur considerando gli errori, le responsabilità individuali, il sentirsi portar via l’anima a volte, pur considerando anche come ci si può sentire ostaggi di sentimenti impietosamente forti, la mente sensibile riflette comunque così: “Gocciolerò Amore per sempre/ steso come un panno/ lavato dal Nulla di prima”. Allora la sofferenza, le energie investite, la fatica esistenziale diventano comunque carburante, capitale, arricchimento: l’alternativa è quel Nulla con la le! era capitale che vanifi cherebbe ogni nostro sforzo, anelito, desiderio (realizzato o percepito come irrealizzabile che sia), negandoci il diritto a quel sentire che solo garantisce la percezione dell’esistere nostro e altrui, nella ricerca di comunicazione che sempre il poeta attua, perché vuole confrontare il proprio modo di percepire mondo e animi con la sensibilità dell’altro-da-sé, ma dopo aver interiorizzato e scelto con forza quali mezzi comunicativi mettere in gioco. Rabbia, disillusione, risentimenti possono generarsi dalle pastoie che imbrigliano, limitano e imprigionano; ma si sfi dano anche le proprie intemperanze, ci si confronta con il proprio io, le proprie ansie, arrabbiature e disillusioni, e con lo star male altrui, di esseri umani, non si dimentica mai di so! olineare l’autore; che si mostra sempre impregnato dalla voglia di spiegare le ali verso altri lidi, verso altre dimensioni spaziali e temporali, con un’immersione nella natura che dia un senso primigenio a quella trappola che invece rivela di essere il contesto sociale che ci fagocita, a volte, e senz’altro tende a delimitare, incasellare in spazi finiti e costrittivi. Un Giudizio Universale imperfetto, quello del narratore-pensatore che sperimenta il confronto tra disegno divino e immanenza umana, perché no? Originale anche in questo, in ciò che propone, nel modo di proporlo, e nel coraggio di aff rontare “la notte” (che ha un peso anche metaforico e simbolico); ma del resto “Saremo perennemente/ una ruvida mancanza/ odorosa di buio e/ sospiri ta! ili”, sostiene in modo suadente e suggestivo Palmadessa, che giustamente sottolinea, in un componimento successivo, che, in confronto ai moti del cuore, il tempo è solo un’illusione (e ci si può ritrovare, allora, sempre metaforicamente e simbolicamente, a osservare un orologio che non ha più lancette). Ma se la vita è perennemente in bilico, si osserva ancora, tu! avia l’essere umano in sé può essere fonte di gioia, e può sempre sorprenderci così: “Nessuna meraviglia è più grande di quel poco che tu pensi di rappresentare per gli altri”; e allora i versi, o come in questo caso le frasi, dell’autore diventano un inno al vivere, se la comunicazione diventa ponte di collegamento e d’unione di sentimenti, alla ricerca di una dignità di uomo che viene invocata. Ricordando però, con un monito dalla valenza educativa, che “devi staccarti dai cuori di pietra/ diversamente verrai lapidato”; e ricordando infi ne che è quasi una missione, e una ricerca di senso, la coscienza del fatto che nonostante tutto “noi siamo ancora lì/ a far poesia”: ed è questo il messaggio d’amore che finalmente scaturisce come polla sorgiva dai versi qui presentati.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Martin Palmadessa, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|