Cosmogonia
Non tenebra non caos. La tenebra
vuole occhi che vedano, come il suono
e il silenzio vogliono l’udito,
e lo specchio, la forma che l’abita.
Non spazio né tempo. E nemmeno
una divinità che concepisce
il silenzio prima della primeva
notte del tempo, che seguirà infinita.
Il gran fiume di Eraclito l’Oscuro
non ha intrapreso il suo flusso irrevocabile
che dal passato va verso il futuro
che dall’oblio va verso l’oblio.
Qualcosa che già soffre. Qualcosa che invoca.
Dopo, la storia universale. Ora.
da La rosa profonda (La rosa profunda, 1975), testo spagnolo a fronte, a cura di Tommaso Scarano, Adelphi, Milano, 2013 - [varianti mie, 2016]
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