Pubblicato il 23/02/2016 16:22:03
IL Lupo Comunale o, Lupo Mannaro Tanti anni fa… In un bellissimo paesaggio della Lucania antica, fra verdi colli e antiche mulattiere, si ergeva , in alto ad una montagna, il paese di Rapone. Un paese tranquillo, che in silenzio sonnecchiava, e con il rumore dei limpidi ruscelli si cullava. Però, esisteva in quel paese, l’antica abitudine dei loro abitanti di raccontare imprese!... Anche i bambini si riunivano a frotte, anche loro per raccontare imprese che succedevano nel paese. Così in un giorno d’autunno,proprio intorno ad un vecchio forno, vicinissimo alla chiesa madre, un gruppo di bambini, ne sfruttava il tepore e a turno raccontavano una fiaba loro. Poi, fra l’odor di mosto e di castagne quel giorno arrivò Nicola,un tipo alquanto strano, sempre in vena di panzane. Qualche anno in più aveva Nicola,tutti gli altri bimbi erano molto piccoli di lui,e quando parlava lui ,lo seguivano con la bocca aperta e le orecchie dritte,tutti in silenzio e tutti zitti! Un giorno accadde che: fra il crepitio del legno che… nel forno bruciava, Nicola… si vantava,e come già faceva negli altri dì,anche oggi esordi così: “Ragazzi! Anche a Rapone esiste il Lupo Mannaro!” , già un esordio così, li rabbrividì, poi proseguì:” Si conosce anche il nome!”.A quel punto i ragazzi erano già incuriositi e in silenzio,aguzzarono l’udito. Appena svelato il nome si udì cantare un coro,era forse solo suggestione, ma poi, un rumore di passi si udì benissimo provenire proprio dalla strada sopra di loro. I ragazzi alzarono lo sguardo verso la Chiesa Madre, e… come per magia si materializzò proprio quel sospetto signore! Mamma che spavento! Un fuggi fuggi generale, scattarono tutti come saette e in tutte le direzioni tutti a cercar portoni. Dopo aver raggiunto le varie “mete” e riflettendoci subito dopo, ognuno pensò che: nessun pericolo poteva accadere, era solo sera, e il Lupo Mannaro, si diceva, che usciva solo a mezzanotte delle notti di luna piena.Poi,anche se la sua fama era molto temuta, nessuno pensò più, che in quel momento, il pericolo fosse imminente. E così poi ,carponi, raggiunsero le proprie abitazioni. Si ritrovarono poi, il giorno seguente, sempre in quel luogo e con Nicola che proseguiva il suo racconto sempre molto eccitato,anche se quel giorno però,chissà perchè,sembrava un pò frenato.Con l’aria da professore consumato, raccontò quanto la sera prima gli era capitato.“Ragazzi! Ieri sera,mentre giocavo in Piazza Croce,non mi ero accorto che si era fatto molto tardi,e mentre i compagni se ne erano già andati verso casa, guardando il cielo, notai subito la luna piena,e già un brivido mi attaversò la schiena! Poi guardando l’ora a quel punto della notte,mi accorsi così che… era proprio mezzanotte!” Già dopo queste parole si riusciva a immaginare come poteva essere il finale. Troppo tardi, il Lupo Mannaro era già uscito in strada,mentre a quell’ora poca gente c’era in quella contrada. A quel punto raccontò, che si spaventò, e anche il tono della voce poi cambiò. Adesso non sembrava più molto sicuro del suo coraggio vantato in passato,ma anzi,proseguì il racconto sempre piì allarmato. “D’improvviso sentii un sibilo di vento che… come uno strano mulinello si dirigeva verso di me’! capii che il pericolo era imminente! Aumentai subito la corsa verso casa!” .Mentre il fuoco faceva faville,raccontò ancora che: il cuore gli andava a mille, a quel punto si girò, e…notò subito dietro di lui, un’ombra con le sembianze di un lupo vero,con un pelo nero,quasi marrone, e con i denti da leone; poi un odore di incenso molto forte, seguito da un mulinello di foglie morte. A quel punto si fermò di botto, ed estraendo un chiodo dalla tasca del giubbotto verso il Lupo Mannaro subito lo puntò. Lo sfiorò appena, ma tanto bastò. In un baleno la bestia le sembianze di un uomo ritrovò. Ma…che sorpresa! Era proprio lui,il suo vicino di casa,quello del giorno prima ,si,si,proprio lui ,quello che andava in giro sempre con il colletto della camicia abrasa! Nicola raccontò che: entrò subito in casa e chiuse velocemente la porta,che adesso come non mai…gli sembrava molto più corta . Poi seduto sul gradino un po’ penso’: “Ma guarda un po’! E’ proprio lui, il mio vicino, quello che poteva cambiare il mio destino”. Poi ancora incuriosito Nicola,si portò in soffitta e da un piccolo buco osservò la scena del rientro di colui che l’ha un po’ trafitto.Il Lupo Comunale,ormai con le sembianze umane, con passo lento arrivò sull’uscio di casa sua e bussò. Prima un colpo,poi due, ma la porta non si apriva; solo al terzo colpo la moglie apri la porta… ed egli entrò. Orgoglioso e impettito per averlo fermato, Nicola, andò a letto,ma era troppo agitato e il sonno gli era ormai passato.Egli non vedeva l’ora di raccontare l’impresa a quei bimbi che a bocca aperta lo stavano sempre ad ascoltare,a pochi passi dalla chiesa.La sera era di nuovo arrivata.Nicola, eccolo là, da perfetto attore, anche le mosse adesso imitava con calore.I bambini davanti alle sue gesta erano rimasti impietriti ,troppo calore,troppo ardore! erano rimasti quasi… basiti! Nicola, intuendo dagli sguardi le loro paure,cercò di rassicurarli ,ma non bastò,ed allora guardandoli in faccia tuonò:” Ragazzi andateci piano,non vi preoccupate, l’importante per difendersi da quella bestia è, uscire la sera sempre con un chiodo in mano!”. Solo allora i ragazzi tirarono il fiato,poi tornarono a casa a cercare qualche chiodo,anche se a quei tempi c’era appena il pane per i denti. Dopo aver tanto vagato qualche chiodo era stato finalmente trovato,e da allora, a Rapone,per il povero Lupo Comunale,nessuna compassione! Con il chiodo nelle tasche ,ogni ragazzo di Rapone ,da quel giorno, sembrava avere un coraggio da leone. Anche nelle notti di pleniluvio, tornarono poi a giocare nei vicoli e sulle vecchie scale,senza paura e l’assillo della vista di quel Lupo Comunale solitario.Da allora, il paese tornò finalmente normale! Solo Nicola, lo sogna ora,e ancora lo attende, ogni notte che sibila il vento della bora di ponente!
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