Vidi una limousine all’aeroporto ,
vedemmo un presidente senza mai uno sconforto.
Vidi una lieta folla acclamante ,
vedemmo un orgoglio d’una nazione sognante.
Sentii l’amore dalle diverse generazioni ,
sentimmo l’etico splendore di sacre decisioni.
Sentii gli anni sessanta cambiare l’ideale fardello,
sentimmo le moltitudini unite, dal presidente e dal fratello.
Gioii con quell’uomo incravattato ,
gioimmo tutti , vederlo impegnato.
Gioii nella sua sacralità politica,
gioimmo a ricordarci ch’era arte repubblica.
Urlai il suo nome , il presidente dell’urrà ,
urlammo di diritti , egli non gemeva per la conflittualità.
Urlai quando i colpi per Dallas risuonarono,
urlammo d’ira quando i colpevoli scapparono.
Piansi l’uomo, ricordai il suo temperamento,
piangemmo il politico e sognammo un cambiamento.
Assassinai un ideale , l’unico condito da speranza,
assassinammo il presidente, con una silenziosa dimenticanza.
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