Pubblicato il 27/08/2009 16:01:14
Quest'assenza lunga al mio cuore questa vacanza di tre mesi come lo scuro corridoio di tre semestri di prigione. Avevo perduto la memoria dei colori fino al tuo viso che invano ricomponevo con gli occhi pesti del mio spirito. E il tuo silenzio lontano come un ricordo che si dimentica! Restava l'odore dei tuoi capelli, così caldi di sole - null'altro che la carezza del mio collo alto e snello sulla gota restava lo splendore della tua testa! Come dimenticare il fulgore del sole, e il ritmo del mondo - la notte e il giorno e il folle tam-tam del mio cuore che rendeva insonni le lunghe notti e i battiti del tuo cuore che lo accompagnavano in controtempo e i canti alternati. Tu flauto lontano che risponde nella notte dall'altra riva del Mare interiore che unisce le opposte terre le sorelle complementari: l'una color della fiamma e l'altra, oscura, color del legno prezioso. Il tuo viso! E' lui, senza dubbio, non la tenebra della mia prigione non l'umidità della mia vita che cancella odori e disegni, come il sole trionfante all'ingresso dell'inverno quando ancora non è caduta la prima goccia d'acqua e i paesi sono bianchi e le sabbie senza limite. Io so il paradiso perduto - non ho perduto il ricordo del giardino d'infanzia dove fiorivano gli uccelli so che verrà la messe dopo il faticoso inverno, e che tu tornerai, mia Amata. Sarai fra le mie braccia come un covone pesante e bruno come il sik trionfale che agita l'atleta vincitore, e si sente un dio.
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