Pubblicato il 23/01/2016 16:55:14
Andava a letto senza sonno e senza tanta convinzione di poter dormire. Stesa con le mani lungo i fianchi, ascoltando il ritmo del respiro lento e pesante. Ombre lunghe come quelle che vedeva da bambina rendevano l’atmosfera più cupa, densa d’ansia. Si tormentava la mente proiettata sul domani, si martoriava pensando al passato e a quello che le aveva dato pena, sofferenza. Ogni tanto ristabiliva un equilibrio tra supplizio e respiro, mentre si chiudevano gli occhi ma solo per simulare lo stato del dormiente. Ore acuminate come spade infliggevano la tortura: essere svegli durante la notte e aver paura. Aveva paura, sì anche per quello forse non dormiva. Paura dei ladri, paura dei fantasmi, paura dei sospetti, paura di aver paura. Ogni rumore rimbombava nell’eco della stanza, poi si placava e il silenzio tornava padrone del tempo residuo. Un’altra notte a raccontarsi dubbi e verità. 6 maggio 2015 © Tania Scavolini
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