Pubblicato il 12/01/2016 15:40:45
Poesia su ordinazione è ordigno. Il costruttore di ordigni può produrne molti (nient'altro procurandosi che stanchezza per il lavoro manuale). L'oggetto può essere, talvolta, ironico: l'ordigno lo è sempre. Sono passati i tempi in cui, vorace economizzatore, spendevo tutto, investendo i miei soldi (molti, perché erano il mio seme: e io ero sempre in erezione) nell'acquisto di aree di bassissimo valore che sarebbero state valorizzate da lì a due tre secoli. Ero tolemaico (essendo un ragazzo) e contavo l'eternità per l'appunto, in secoli. Consideravo la terra il centro del mondo; la poesia il centro della terra. Tutto ciò era bello e logico. Del resto, che ragioni avevo di non credere che tutti gli uomini non fossero come me? Poi, invece, si sono rivelati tutti di me molto migliori; e io son risultato essere, piuttosto, uomo di razza inferiore. Ricambiai l'apprezzamento e capii che non volevo più scrivere poesie. Ora, però, ora che la vocazione è vacante - ma non la vita, non la vita - ora che l'ispirazione, se viene, versi non ne produce - vi prego, sappiate che son qui pronto a fornire poesie su ordinazione: ordigni.*
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