Pubblicato il 14/01/2016 18:57:09
Eva e Adamo (ovvero, l’umanità nasce femmina e il maschio è un derivato)*
Esisteva, qualche miliardo di anni fa, un posto immenso chiamato Paradiso. Ci abitava tale Padreterno, tipo etereo, impalpabile, che si trovava proprio bene in quella casa, come lui eterea, impalpabile, pavimento compreso. Esisteva anche un altro posto denominato Inferno, non l’inferno che pensiamo noi, ma una casa uguale a quella di Padreterno, soltanto situata un po’ più sotto. Tutt’intorno regnava Infinito, un luogo senza confini, tanto che, se ci si cadeva, non si ritornava mai più, e da qui il detto perdersi nell’infinito. In Inferno viveva un certo Lucifero, pure lui etereo, impalpabile e bello, mentre Padreterno non era un granché. I due andavano d’accordo e si erano scambiati un nickname: Lucifero chiamava Padreterno Colui che c’è perché si faceva sempre trovare; viceversa, Padreterno aveva attribuito a Lucifero il nomignolo di Serpente in quanto bugiardissimo: cattivo, no, però un ballista di prima riga. Con il trascorrere dei millenni, i due, non eterni ma longevi più che Matusalemme, mutarono aspetto: Padreterno, con barba e capelli brizzolati e lunghi, divenne grosso e pesante, l’affascinante Lucifero sempre più alto e magro, con il rischio, per Colui che c’è, di cadere nell’ Infinito a causa del peso, per il povero Serpente di sgusciarvi perché troppo sottile. Pauroso come tutti i bugiardi, Serpente stava sempre immobile, perciò, dopo appena due miliardi di anni, gambe e braccia gli si atrofizzarono. In compenso, la lingua biforcuta divenne così lunga da doverla arrotolare sotto il palato e il nostro amico parlava solo per morsi. Da qui il detto mordersi la lingua in bocca. Occorreva trovare presto una soluzione. Pensarono entrambi per circa un miliardo di anni finché un giorno, Serpente chiamò a gran voce: - Colui che c’è! Colui che c’è! Non mi viene l’ombra di una idea! - A me, invece, sì. Costruiremo un posto alternativo a Paradiso e Inferno. Avrà il pavimento duro, così io non precipiterò e tu non scivolerai nelle fessure. E sarà la Terra. Padreterno era un tipo spiccio: mentre pensava, le idee gli si materializzavano in bocca e così fu per la Terra: venne bella, rotonda, forse troppo grande, perciò, stando attento a non sciupare il lavoro del dentista, la sputò da qui a là nell’Infinito come un Big Bubble. Allungò poi la mano fino a casa Inferno, prese delicatamente Serpente, lo infilò nella tasca interna della giacca, e da qui nasce il detto portare una serpe in seno, e con un gran balzo saltò sulla Terra, nel luogo detto Paradiso Terrestre. Da quel momento, quei due diventarono immortali perché, se non si spiaccicarono quella volta del salto nell’Infinito, diventò logico pensare che non sarebbero morti mai più. Si trattava, a questo punto, di rendere la Terra un luogo piacevole dove trascorrere l’Eternità. Serpente, felice di poter strisciare o crogiolarsi al sole senza rischio di infilarsi nel vuoto, mollò tutta la fatica a Colui che c’è, il quale diede inizio a un’opera meravigliosa, la Creazione. Il via ai lavori fu complicato: basti pensare che ad altri era venuta la stessa idea, quindi, in giro, c’erano un bel po’ di Creazioni. Lui, che pensava di avere l’esclusiva, fu costretto a recarsi nel Futuro all’ ufficio progetti edilizi portando con sé un magnifico disegno della Creazione. Alla reception era in servizio una ragazza carina ma acida come un limone, la quale esaminò i disegni e ne scartò un bel po’. - Questo esiste già, quest’altro pure, questo territorio se l’è portato via il diluvio migliaia di anni fa. Tutti i lotti in riva al mare sono stati assegnati. Lei! Come si chiama e da dove viene? Che razza di progetto è, il suo? Non esiste nulla in funzione dell’uomo: non una casa, non una strada, non un ponte, neanche un centro commerciale…e le città, i paesi, dove sono finiti? Padreterno la guardava confuso: - Uomo? Che cos’è uomo? - Uomo, maschio, - disse la ragazza facendogli il verso, -esattamente il mio contrario. Io donna, femmina. Comun-que, non è questo il problema: qui si parla di umanità. Ma che sto a spiegare, tanto non capisce…, e giù a gridare - progetto selvaggio, solo natura… abbattere tutto, impos-sibile, niente permessi… E lui - …ma no, guardi che… - Stia zitto! Tanto strappo tutto! - Ma lei come si permette, io sono Padreterno! - Cosa? Padreterno? Vada all’inferno e ci resti! - Io da Lucifero? A far che, da quel fannullone? La ragazza, su tutte le furie, lo cacciò malamente gridando che non aveva tempo da perdere con i matti e ficcò il progetto nel distruggi documenti. - Figuriamoci: un progetto di globale ritorno alla natura com’era milioni di anni fa. - Mamma mia, che carattere! Graziosa, però. Ci farò un pensiero per la mia opera. Serpente si era affacciato alla finestra sul mondo moderno: - Hey, Colui che c’è, farai come potrai, tanto, abusivo più abusivo meno…! - Già! Vengo subito. Certo avrei preferito le cose in regola. A Padreterno, tornato nel Paradiso Terrestre, non restava altro che mettersi a lavorare. Un pensiero, però, lo tormentava. La ragazza aveva detto di essere donna, cioè il contrario di uomo, cioè, no, non il contrario, bensì l’altro pezzo dell’umanità. L’uomo, in realtà, com’era fatto? Nonostante l’arrovello, Colui che c’è si mise al lavoro seguendo le istruzioni della Bibbia. Qualcuno si starà chiedendo come mai Padreterno ne possedesse una, visto che in principio c’era lui e, a parte quello strippato di Serpente, nessun altro. O forse no?! Mah, vallo a capire! È un mistero e lo mettiamo nel mucchio dei misteri. Chissà, forse un giorno capiremo. Colui che c’è seguì le istruzioni per cinque giorni. Al sesto, fu preso dal panico. Il biblico manuale non era illustrato e la fantasia, picche. Si guardò intorno: tutto quello che aveva fatto era bello e gli piaceva. Ora si trattava di creare l’uomo e la donna. - Secondo il manuale, dovrei procedere prima con l’uomo. - Secondo me, te ne puoi anche infischiare del manuale, anzi, strappa la pagina e buttala via. Fai prima la donna, poi, se servirà, plasmerai anche l’uomo, magari ispirandoti alla donna. Serpente se ne stava allungato sull’unico albero dai frutti proibiti* del Paradiso Terrestre lisciandosi la punta della coda con la lingua biforcuta. Litigando e discutendo con il rettile, che più che guardare e chiacchierare non faceva, Padreterno, pessimo scultore corto di vista, lavorò per milioni di anni la creta fra continui errori. Aveva anche provato a pensare alla donna e a sputare, ma… niente di bello, se non massi e rocce. Non posso star qui a raccontare proprio tutto, fatto sta che, in un certo periodo, sulla Terra, c’erano solo dinosauri, tutti femmine. Serpente si sganasciava dalle risate arrotolandosi e srotolandosi sui rami del suo albero. - Ahahahahah! Una più brutta dell’altra! La Terra invasa dai mostri! Padreterno, furioso, pensò di scagliargli una pietra addosso, e subito eccone lì una bella grossa in bocca: sputò, il buon dio, verso Lucifero, ma il sasso cadde a terra e creò un tale polverone che i dinosauri sparirono. Prova e riprova, finalmente gli sembrò di aver dato forma a una bella creatura. - Eva, bisbigliò Padreterno. Serpente aveva gli occhi lucidi. - E’ bellissima, amico mio. Sesso? - Femminile, ovvio. - Ora plasma l’uomo. - E perché mai! Prima darò la vita a Eva. Un bel soffio, … et voilà. Chiederemo a lei se lo vuole o no. Quando si fu animata e ben bene stiracchiata, Eva si guardò attorno. Serpente si allungò tanto, per guardarla da vicino, che rimase agganciato al ramo soltanto con la punta della coda. - E’ meravigliosa, Colui che c’è! Ci sono voluti milioni di anni e la tua barba è diventata lunga e bianca, ma ne valeva la pena. E dai, pensa all’uomo, ora! - Credo di averlo già fatto. Ho soffiato un po’ troppo e vedi là, si è alzato lo stampo, il negativo di Eva, sottile, senza spessore. - Stai diventando vecchio, Padreterno. Rimedia subito: non puoi mandare in giro quella specie di biscotto di pan pepato. - Che fare? D’altra parte, è venuto per caso. Deciderà Eva: può darsi che le piaccia. Nome? - Adamo. - Sesso? - Maschile, ovvio! Padreterno sollevò la figurina, la rimpastò, poi la mise in bocca biascicandola delicatamente, infine la sputò sotto l’albero di Lucifero. Il rimpasto aveva l’aspetto poco rassicurante, così immobile e viscido di saliva. Padreterno soffiò in direzione di Adamo, che si sollevò e si sedette contro il tronco. Soffiò poco, il vecchio Signore, ma ciò bastò a far cadere un frutto. - Guai a chi lo mangia!!!, tuonò. - Ih, ma come la fai lunga, Colui che c’è, per una mela! Eva e Adamo si studiavano a vicenda. L’uomo raccolse il frutto e lo offrì alla donna. Eva prese per mano Adamo, che la seguì. I due si avviarono verso l’uscita del Paradiso Terrestre e s’incamminarono sulla Terra. - E io? - Tu? Tu che c’entri Serpente della malora? Non hai mosso un dito, per aiutarmi! In mezzo a tante bugie, sei la bugia più grande. Oppure sei un mistero? Se è così, ti metterò nel mucchio dei misteri … E NON ERA UNA MELA!!
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