L’ego è morto,
seppellito dalla non-identità dell’Io Sono.
La Natura, residua o primigenia che rimane di me,
è talmente impersonale,
da consentirmi di vivere indiscriminata-mente…
senza più estremi in cui dimenarmi.
Il sogno non è più un incubo.
Trascorro ciò che mi sembrano secondi, ore, giorni
viva, quieta, in desiderato accordo e risonanza con ciò che so che è vero,
creaTTiva nel formalizzare le immagini, nelle quali immergere la mia esistenza…
Tutto il mondo pare scorrere dentro di me,
gli affetti, gli estranei, l’acentrismo…
Quante espressioni diverse della Stessa Cosa!
Tutto pare soltanto pensiero:il passato, il futuro, questo istante.
Mi vedo da dentro la testa, o meglio,
sento i miei occhi espandersi
in uno sguardo accogliente
e so che da qualche parte,
(una “parte” che sento vicina e avvicinabile),
un pensiero di me, in Sé e per Sé
mi guida, m’induce a risalire,
ripercorrere, accantonare
tutta la mentalità acquisita, tutti i credo
fossilizzati nella mia storia d’insegnamenti,
per i quali, mi serve l’aria per respirare,
il cibo per vivere, la morte per conoscere l’al di là …
e se non fosse così? So che non è così…
E nel punto esatta-mente astratto,
in cui “so” che non è così,
sento profumo di Casa…
Occorrono immagini nuove, visioni con cui fare “pratica”… Abitudine…
Occorre porsi domande “diverse”:
…e se la mia vita, fatta di pensiero di me,
fosse plasmabile a volontà, a credenza?
Quanto mi renderei responsabile della mia felicità? Di cosa farei tesoro?
...Qui, nel mio personale Regno dei Cieli, esercito la “mia” vita interconnessa
e convoglio tutti i benefici del caso, per darmi pace…
“Caso” che non è più caotico e casuale, bensì immaginAzione, visualizzazione creaTTiva…
ARTE DI VIVERE… vivere nuovi paesaggi di pensiero e di emozione.
Il presente riserverà sorprese sorprendenti… tanto quanto sarò in grado di protendere le mie ali
verso l’alto e verso l’altro…
Mi hanno insegnato che l’ultimo tango spetta a Dio.
Ho inteso questo come qualcosa di “esterno da me”. Invece no.
È il Dio dell’Uomo che, trascendendo se stesso, il piccolo egoico-io,
trova un’eloquente espressione di Sé:
Dio da Dio
Luce da Luce
Dio vero da Dio vero.
Questo è il suono di una mano sola… la divina auto-celebrazione.
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