Il regno di Reseret si estende oltre tutto il continente a nord del mondo.
La sua nascita si attribuisce al grande condottiero Thel, colui che aveva esplorato e conquistato le antiche terre fredde in cui nessuno aveva mai osato avventurarsi. Al di sotto delle calotte glaciali aveva trovato ricchezze incommensurabili, armi dalla pregevole fattura e una città ormai dimenticata da tempo.
Questa scoperta consentì all’avventuriero di arricchirsi e di rivendicare la proprietà di quel territorio senza nome: Thel divenne Johegel primo, sovrano di un regno nascente e destinato alla prosperità.
La città sperduta sotto il manto di neve, una città dimentica e in rovina, rinacque con Johgel e fu battezzata Yoromii (nell’antica lingua “fiore che sboccia”); numerose furono le guerre al nuovo sovrano, poiché scoprirono un giacimento di materiale prezioso che sorgeva proprio alle spalle di Yoromii.
La tenacia e la forza di Johgel lo portarono a superare qualsiasi avversità e a vincere ogni guerra condottagli contro. La sua forza militare e politica aumentò sempre più in maniera vertiginosa, fino a che ogni terra e possedimento del nord finì sotto il suo controllo.
Il sovrano divenne ben presto imperatore e collegò tutte le principali città delle terre esterne a Yoromii, che divenne capitale e sede del potere regio: Reseret era nato.
Joghel I morì pochi anni dopo aver visto compiersi quello che oggi è l’impero più grande del nostro pianeta; suo discendente fu il primogenito Joghel II, un sovrano rispettabile ma che non eccelse in alcuna qualità.
L’attuale imperatore di Reseret è chiamato con il titolo di Joghel XII, governatore severo ma al contempo saggio e giusto: floridi commerci con le terre libere del sud, bassa criminalità e basso malcontento caratterizzano il suo impero.
Questa utopica situazione iniziò a svanire quando fu improvvisamente diagnosticata una malattia incurabile all’imperatore; senza la sua supervisione e la sua minuzia nel controllo finanziario il regno stava collassando su se stesso, nessuno dei suoi subordinati era in grado di gestire il flusso monetario e commerciale che aveva creato.
L’unica soluzione era scegliere un erede: i tre gemelli nati dal rapporto con la prima moglie erano destinati a comandare, ma in quale ordine? Come era tradizione, tutti gli altri figli maschi della progenie di Joghel XII sarebbero stati inviati in altre città fondamentali per il regno di Reseret, mentre le femmine sarebbero state accudite e considerate principesse della città di Yoromii fino allo loro morte.
Uno dei tre figli era destinato a succedere al comando, difatti fino a quel momento era stato insegnato loro l’arte teoretica del governare, sia dal padre stesso sia da altri grandi maestri di corte.
L’imperatore avrebbe dovuto decretare una prova per poterli valutare e infine scegliere il figlio che a suo parere fosse stato il più adatto.
Joghel XII chiamò al suo capezzale Terham, Olys e Framph e spiegò loro la situazione; il sovrano aveva ideato un esame per mettere al vaglio le loro abilità: i tre avrebbero dovuto recarsi in una qualsiasi città del regno e amministrarla per una settimana. Colui che avrebbe gestito al meglio le risorse e avrebbe aumentato il benessere della città e dei suoi cittadini sarebbe stato avvantaggiato per la carica d’imperatore, infine un sondaggio popolare per ognuna delle città comandate dai fratelli avrebbe decretato il vincitore.
I figli considerarono l’idea alquanto sciocca, soprattutto lasciare una decisione così importante al popolo. Dissero al padre che avrebbero potuto salvarlo, se si fossero diretti nelle terre del sud a cercare cure non disponibili nei lori territori. In questo modo avrebbe scelto con più calma e con maggiore lucidità il proprio erede.
L’unica frase proferita da Jorghel XII fu che ormai era giunta la sua ora, il suo corpo lo stava abbandonando e non avrebbe più avuto le forze per comandare un impero così grande.
I ragazzi pensarono stesse delirando a causa della malattia, loro sapevano per certo cosa fosse necessario per il bene del padre e l’unico modo era salvarlo e sconfiggere la morte.
Si accordarono loro stessi per decretare chi sarebbe stato il legittimo erede: colui che per primo avrebbe trovato una medicina e sarebbe tornato a Yoromii nel minore tempo possibile. Pertanto non obbedirono al loro amato padre e così il giorno successivo ognuno partì per la propria strada; il viaggio verso sud era iniziato!
Framph fu il primo a varcare il confine delle calde terre del sud per merito della sua scorta, infatti il principe aveva radunato i migliori topografi e allevatori di werrerot (animali dalla grossa stazza ed eccezionali per il trasporto) con il fine di raggiungere la propria meta il più velocemente possibile e senza ostacoli.
Questo suo vantaggio, tuttavia, non gli portò alcun beneficio: la lussuria sfrenata e l’anarchia della città in cui si era stabilito lo affascinarono e lo conquistarono.
Le terre del sud erano così diverse dal disciplinato continente del nord poiché nessuna precisa regola vigeva in quel luogo, il divertimento e il godimento ne erano al comando.
Gozzoviglie, piaceri della carne e della mente ubriacarono Framph e tutto il suo gruppo facendoli perdere nel delirio della città del peccato Dianarys.
Terham raggiunse la città, prestabilita come principale tappa del suo viaggio, non molto dopo l’arrivo di Framph nel sud.
Il ragazzo non perse tempo e cercò subito un medico disponibile a curare il padre; offrì a ogni specialista monili e pietre rare di ogni tipo, ma in quel luogo aveva valore solo il baratto: a quel materiale così prezioso non si dava importanza.
L’insistenza e la prepotenza del principe nel ricercare una cura lo portò ad affrontare diverse problematiche, infatti iniziò ad essere malvisto dai nativi di Ohoare.
L’esasperazione dei cittadini fu tale che durante l’ennesimo litigio con uno sciamano del luogo Terham fu accoltellato al costato, la sua convalescenza durò circa un mese.
L’ultimo ad abbondonare il continente nord fu Olys, sebbene la sua permanenza nelle terre del sud fu brevissima.
Il colore più scuro e l’odore della pelle degli abitanti di quelle regioni meridionali incuteva in lui disagio e lo disgustava.
Il tempo trascorso a cercare una cura fu nullo perché il principe decise di dirigersi subito verso casa, rimanendo nascosto per la vergogna fino a che anche gli altri fratelli non avessero fatto ritorno: la sua possibilità di occupare il trono era già scemata.
L’imperatore venne a conoscenza solo successivamente della decisione dei figli e ne rimase molto amareggiato.
Gli ultimi suoi istanti di vita li avrebbe passati nella speranza di un loro ritorno, senza avere alcuna possibilità di raccomandarsi e dare consigli preziosi prima della sua morte.
Non appena recuperò leggermente un po’ di energie, chiamò a se tutti gli altri figli per congedarsi e lasciare qualche frammento di se stesso noi loro cuori.
Durante il suo mandato di governante non poté prendersi cura di tutta la sua progenie: otto femmine e sei maschi, esclusi i primogeniti.
Il tempo libero che ebbe lo dedicò solamente ai tre gemelli frutto del suo seme con la prima moglie, mentre tutti coloro che erano nati da altre relazioni furono considerati principi con tutti gli onori, ma trascurati dal padre.
Il discorso di addio che fece fu toccante, con il poco fiato in gola cercò di dimostrare tutto l’affetto che avesse per ognuno di loro sebbene non fu mai in grado di dimostrarlo personalmente.
Le parole pronunciate raggiunsero soprattutto Requp. Il ragazzo era nato dall’unione dell’imperatore con la sua seconda moglie, deceduta durante il parto.
Questo principe aveva sempre provato astio nei confronti di Jorghel XII, sia perché non era mai stato considerato importante sia perché l’imperatore, l’uomo più potente di tutti, non era riuscito a fare nulla per salvare sua madre.
Il ragazzo capì, vedendo il padre senza forze, come anch’esso fosse un uomo comune e incapace di sottrarsi alla morte. Fino a quel momento lo aveva considerato cinico e senza cuore, ma quel discorso era veramente sincero: esprimeva tutto l’amore di un padre verso la sua famiglia.
Da quel giorno Requp si recò il più possibile, e quando gli era concesso, al capezzale dell’imperatore e i due si scambiarono aneddoti, racconti e storie fino alla morte di Jorghel XII.
Nel momento prima che l’imperatore spirasse, confessò al figlio:
“Ho sempre amato tua madre, ho amato ognuno di voi. Ma ho dovuto amare anche il mio popolo perché spesso il ruolo che assumiamo è più grande di noi, è nostro compito portare avanti il destino che ci è stato assegnato.”
I tre figli tornarono quasi tutti in contemporanea pochi giorni dopo la morte del padre, nessuno ovviamente con alcun tipo di cura.
Terham, Olys e Framph assistettero impotenti al funerale del padre e altrettanto inermi alla nomina di nuovo imperatore del fratellastro Repuq, che assunse la carica di Jorghel XIII governante di Reseret.
Il rapporto nato nell’ultimo periodo tra Jorghel XII e Repuq si era consolidato al tal punto da far decidere all’imperatore di incaricarlo come nuovo sovrano, punendo in tal modo la disubbidienza dei legittimi eredi.
I tre fratelli non concordarono con quella decisione: rabbia e frustrazione riempirono le loro menti, ma ormai non si poteva tornare indietro.
Jorghel XIII fu trovato morto qualche settimana successiva all’incoronazione, il suo corpo freddo ed esanime giaceva disteso nel letto.
I medici di corte dissero che era stato avvelenato, ma nessuno poté o volle denunciare il colpevole.
Un nuovo sovrano doveva essere eletto: la battaglia per la corsa al trono tra Terham, Olys e Framph ebbe inizio.
Reseret era ancora lontano dal suo tramonto!
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