Roma, Biblioteca Guglielmo Marconi, 16 settembre 2022
Presentazione di Il Giardino di Sophia, raccolta poetica di Sophia de Mello Breyner Andresen con testo portoghese a fronte, cura e traduzione di Roberto Maggiani e postfazione di Claudio Trognoni.
Relatori, nell’ordine: Claudio Trognoni, Donato Di Stasi, Sara Batoréo Crespo, Elio Pecora.
Esprimo tutta la mia gratitudine a Roberto Maggiani per avermi fatto scoprire e conoscere questa grande poeta portoghese, che ho subito sentito come sensibilissima sorella nella sua anima mediterranea. La sua parola restituisce il respiro e la bellezza della sua terra e pure del mondo tutto attraversando fragilità e inquietudini della nostra contemporaneità.
L’immagine-parola che mi ha profondamente colpita, fin dalle prime poesie, spesso ripetuta nei testi tanto da essere riportata nel titolo del libro, è quella del giardino, un giardino sospeso sul mare, che esonda dalla memoria divenendo metafora della bellezza e del mistero in cui noi tutti siamo sospesi. È il giardino prodigiosamente riprodotto da Maggiani in copertina, che indica la sacralità della natura in cui la poeta si sente quasi fisicamente fusa, come fiore o frutto, sensazione che esprime attraverso il termine “impossessione”, neologismo che perfettamente indica il senso panico e insieme la percezione di pienezza, e armonia dell’esistere come creatura.
Per questa visione della natura oggi all’attenzione di tutti, Sophia de Mello appare un’antesignana della attuale centralità del tema ecologico, con il suo guardare alla natura come prima ispiratrice di equilibrio globale, e dunque, per strettissima conseguenza, della giustizia e della solidarietà planetaria.
Altro tema fondamentale è il legame forte della poeta con la classicità, quel suo amore per la terra e il mare di Grecia, per la potenza del mito, che lei sente come eredità ancestrale, capace di farle riconoscere il respiro degli dei a Delfi o nel golfo di Corinto e percepire il cerchio stretto che include natura ed essenza umana e divina.
E cruciale splende in questa scrittura il significato altissimo della Poesia. Poesia come strumento per raggiungere e penetrare la realtà, quella a noi vicina e quotidiana, e quindi capace di farci comprendere la dimensione di giustizia, libertà e dignità da difendere ogni giorno, come Sophia de Mello ha coraggiosamente fatto in vita nella sua militanza civile, contrastando la dittatura di Salazar.
Sua è la più bella invocazione alla pace che io abbia mai sentito o letto: “Dacci Signore la pace senza vincitore e senza vinti”.
Ed ecco anche la sua definizione, originale e sapiente, di ciò che sono i Poeti: “solitari pilastri dei cieli pesanti”, in cui è dichiarata la loro solitudine, il loro impegno nell’insostenibile peso del mistero e dell’errore umano, la loro costanza nell’attraversare con il canto il mondo visibile e quello invisibile.
Sophia si rivela poeta contemporanea anche nella forma, perché nel suo verso limpido e musicale si nota la scelta di non uso della punteggiatura e l’inserimento tra i testi di brani in prosa poetica.
E all’esito splendido di questo necessario libro antologico di percorso si aggiunge la traduzione superlativa di Roberto Maggiani, che è poeta e quindi riesce a ricreare poesia in italiano in parallelo con lessico, sonorità e metrica originali, facendo immergere chi legge nel mondo e nel mood poetico di questa memorabile poeta la cui parola lusitana e mediterranea risuona universale.
Annamaria Ferramosca
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Il video della presentazione su Youtube:
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