dedicata a Giulia nel giorno della sua nascita
Quanno che er venticinque sortì fora
dar bussolotto de ‘n aprile mite e stenterello,
manco c’avetti er tempo de di’:
“Ahò, sorte sempre!”
che arrivò ‘na cicogna nera
cor becco a farce:
ce se voleva prenne e portà via.
Ma je dissi:
“Pussa via, che nun è ora.
A Cosa, che te credi?
Che dopo sta battaja,
te lascio aprì sta botticella
e beve er mejo vino mio?
Cor cazzo, cocca,
vedi d’annà via
che so ‘na lupa
e me te magno er core.
Questo è ‘n giorno de gloria e de dolore:
c’è vojo ‘n fiocco rosa accanto ar Tricolore!”
Er resto ce lo sai.
Nata da ‘na guera
sei favo de miele
e vaso de Pandora,
serto de lauro
e corona de spini.
Ma ce lo devi sapè che sei e sarai
la cosa mia più bella, l’unica vera.
libera azione
in libera nazione.
*
(Quando il 25 aprile uscì fuori / dal bussolotto di un aprile mite e stenterello, / nemmeno ebbi il tempo di dire: / "Ahò, esce sempre!" / che arrivò una cicogna nera / con il becco a falce: / ci voleva prendere e portare via. / Ma gli dissi: / "Pussa via, che non è ora. / Che cosa ti credi? / Che dopo questa battaglia, / ti lascio aprire questa botticella / e bere il mio miglior vino? / Col cazzo, cocca, / vedi di andare via / che sono una lupa / e ti mangio il cuore. / Questo è un giorno di gloria e di dolore: / ci voglio un fiocco rosa a fianco al Tricolore!" / Il resto lo sai. / Nata da una guerra / sei favo di miele / e vaso di pandora, / serto di lauro / e corona di spine. / Ma devi saperlo che sei e che sarai / la cosa mia più bella, l'unica vera. / Libera azione / in libera nazione.)