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La storia di Lorenzo e Zampetta (fiaba)

di Alessandro Porri
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Pubblicato il 08/12/2015 22:15:37

Lorenzo, un bambino di nove anni, dorme tranquillamente nel suo letto. Oggi è domenica, la scuola non c’è, ed è per questo motivo che può lasciarsi coccolare un po’ di più dalla sua soffice coperta. Un filo di luce, filtrando dalle persiane, illumina i suoi giocattoli disposti in perfetto ordine sopra una mensola. Lui però, non è per nulla disturbato da questo riflesso luminoso e continua tranquillamente a sognare. I suoi sogni, sono simili a quelli di tanti bambini della sua età. Due sono quelli più ricorrenti: nuovi giochi per divertirsi insieme ai suoi amici e un piccolo animale tutto per se. Oramai sono le nove e trenta, e anche se la stanza di Lorenzo è ancora avvolta nel silenzio, il resto della casa ha già preso vita. Ad un certo punto, una serie di piccoli colpetti alla finestra fa aprire gli occhi al bambino che, ancora assonnato, non riesce a capire bene da dove provengano. Si guarda un poco attorno e alla fine capisce che c’è qualcuno sul balcone che sta bussando alla sua finestra. Si alza, apre e vede un uccellino che lo osserva dal basso in alto, muovendo la testolina in quel modo buffo che solo lui sa fare.

«Zampetta sei tu? Oggi è domenica, ancora non ho fatto colazione, tra un po’ ti porto da mangiare.» 

Zampetta è il nome che Lorenzo ha dato ad un uccellino a cui tutte le mattine sbriciola un pezzetto di biscotto sul balcone. Quel giorno, si è alzato più tardi, e il suo amico reclama la sua razione di cibo quotidiana. Il bambino allora si dirige barcollante in cucina, prende un biscotto, torna a portarlo al suo amico, e si lascia cadere a peso morto sul letto.

Sono passati appena cinque minuti quando… «Toc, toc…»

            «Zampetta! Ora che ti succede? Mangia e lasciami dormire altri dieci minuti.»

            «Toc, toc…»

A questo punto, il ragazzino, un po’ seccato, decide di alzarsi definitivamente e, avvicinatosi al vetro della sua finestra, vede che l’uccellino non ha neanche toccato il cibo. Zampetta è lì, sopra la ringhiera del balcone che lo guarda dritto negli occhi. Fa strani movimenti con la testa come a dirgli di uscire fuori. Lorenzo, un poco infreddolito esce fuori e subito Zampetta vola per andare a posarsi nel nido dove ha deposto le sue uova. Ora è tutto chiaro, sotto l’albero, con una grande sega a motore, c’è il vicino di casa che sta potando i rami e da lì a poco avrebbe tagliato anche quello che ospitava il suo nido.

Bisogna intervenire con urgenza, Lorenzo ancora in pigiama, si precipita in giardino e dal muretto di confine chiama a gran voce il vicino di casa.

            «Signor Mario, aspetti, non tagli quell’albero, c’è il nido di Zampetta là sopra.»

            «Che cosa dici Lorenzo, Zampetta? Chi è questa Zampetta?»

            «Un uccellino mio amico, guardi, ha il nido su quel ramo e dentro ci sono le sue uova.»

            «Peggio per lui, io lavoro tutta la settimana ed ho solo la domenica per fare qualche lavoro in casa, non posso pensare agli uccellini.»

            «Ma non può fare altre cose? Tra un paio di settimane le uova si schiuderanno, e avrà tutto il tempo che vuole.»

            «Senti ragazzino vai a giocare che io ho da fare qui.»

Lorenzo ora è veramente demoralizzato, il suo piccolo amico è nel suo nido deciso a  proteggere le sue uova ma, una triste fine, sembra essere solamente questione di tempo.

            «Luca, Luca!» Urla Lorenzo. Luca è il figlio del signor Mario ed è anche un suo amico.

            «Lorenzo ciao, dimmi? Che cosa fai in pigiama fuori di casa?»

            «Aiutami, tuo padre sta tagliando i rami dell’albero dove ha fatto il nido Zampetta, così distruggerà tutte le uova.»

Il signor Mario, ascoltato tutto, mette subito a tacere il figlio, «Luca tu pensa a te, non ho tempo da perdere con voi due, chiaro!»

Il padre di Luca è famoso per il suo carattere burbero, è il terrore dei ragazzini di tutta la via, se per sbaglio un pallone finisce nel suo giardino, è la fine, non esita a bucarlo con le sue forbici, Luca non si sarebbe mai messo contro di lui. Lorenzo è disperato non sa cosa fare per aiutare il suo piccolo amico. Decide allora di chiedere aiuto a suo fratello più grande, Marco che ha quattordici anni, va da lui e gli racconta tutto.

            «Povera Zampetta, ma io Lorenzo come posso aiutarti? Senti, lo so che tutti dicono che se si tocca un nido poi la mamma non va più a covare le uova, ma Zampetta non è un uccellino normale, è speciale, ci conosce.»

            «Vorresti spostare il nido?»

            «È l’unica possibilità che abbiamo, ma anche per questo ci occorre un piano. Potremo agire all’ora di pranzo, tanto per quell’ora il signor Mario non sarà ancora arrivato a tagliare i rami vicino al nido.»

Sono le dodici e trenta quando Luca chiama Lorenzo dal giardino: il piano ha inizio.

            «Lorenzo, Marco ci siete?»

            «Eccoci, allora?»

            «Mio padre si sta facendo la doccia, poi è pronto il pranzo, dobbiamo agire ora.»

Marco scavalca dall’altra parte e aiutato da Luca, sposta la scala dalla parte dell’albero dove si trova il nido. Delicatamente prende tra le mani il nido, a quel punto Zampetta vola via e va proprio a posarsi sulla spalla di Lorenzo. Lo guarda negli occhi ed emette un suono forte, che lascia capire la sua sofferenza e la sua richiesta d’aiuto. Un attimo dopo il nido si trova nel giardino dei due fratelli, la scala è tornata al suo posto e Luca è rientrato in casa per evitare sospetti. Il nido passa delicatamente nelle mani di Lorenzo, e Zampetta a questo punto lascia la sua spalla per volarci dolcemente dentro, si fida di lui e per il momento si tranquillizza. A Marco viene in mente un’idea geniale, c’è un albero che allunga dei rami proprio in direzione della finestra della stanza di Lorenzo, sarebbe un posto perfetto per sistemare il nido. I ragazzi felicissimi salgono in casa e si dirigono verso il balcone. Per la prima volta nella sua vita, Zampetta si trova in una casa degli umani, è impaurita ma non avrebbe mai più lasciato sole le sue uova per nulla al mondo.

Una volta sistemato il nido, Zampetta con i suoi gridolini richiama Lorenzo che si avvicina a lei,            

            «Grazie Lorenzo, ti voglio bene!»

            «Ma tu stai parl…?»

            «Ssss, silenzio sarà il nostro segreto.»

È  domenica, sono trascorsi circa due mesi . . .

            «Toc, toc!»

            «Eccoli! Sono arrivati, ma mi fate dormire è domenica!» Dice Lorenzo sorridendo.

La finestra si apre, Zampetta è sulla ringhiera, altri tre piccoli uccellini, alle prime esperienze di volo, sono sul balcone e guardano verso l’alto. Lorenzo è assonnato ma veramente felice, tutto quello che vede davanti ai suoi occhi, è potuto accadere solamente grazie a lui e ai suoi amici.

Tutti dobbiamo imparare a vivere amando e rispettando la natura che ci circonda. Alcuni momenti potrà accadere che la natura stessa sia in difficoltà, noi dobbiamo aiutarla perché sicuramente saprà ricompensarci in un modo estremamente più grande. Aiutando la natura aiutiamo noi stessi.


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