Giuro di non aver profuso impegno, di
aver tentato volte e più volte di suturare
questa follia perchè non infettasse
l'aria del contagio dolciastro.
Al cuore ho posto uno sbarramento,a tutti
gli altri, seni, gambe, la stanza acerba, femorini
ed ossa in grande adunata, ho dato tempo di
ripristinare l'esatta movenza che ti precedeva.
Giuro di non aver collaborato, anzi ho vietato,
proibito, consigliato, intimorito distolto; mai una
parola di sprone, di avallo, di complice incitamento.
Ma non serve, ancora non è servito: tutto quello
che arriva ha il sapore del tuo sapore e della tua distanza,
offerto ed invitante.
Solo che non puoi saperlo, ora non più.
E mi sembra di essere tornata bambina mentre
cerco, disapprovata, la tua attenzione,
il tuo sguardo - rondine che mi costeggia
per poi impennarsi; nero aliante di carta
piegato a forma del tuo nome; lo sento ancora
il suo frrr che mi pesca da qualche parte
nel ventre. E poi solo si prende gioco di me.
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