Pubblicato il 12/12/2015 08:14:47
Si dice che noi, gente, sotto sotto sollecitiamo la morte poiché tutto ciò che è organico tende a ridiventare inorganico e ogni movimento è incline a non essere più movimento. Le cose vanno in rovina perché desiderano che le si lasci in pace.
Le persone tristi si arrendono come si arrendevano le città medievali. Dopo lunghi assedi. Penosamente. Solo a condizioni poste da loro stesse. Non essendo in grado di sopportare il peso. La colpa e la tristezza vengano equamente suddivise tra tutti che ne fanno parte.
Il tuo rifiuto non serve, è utile, se sei senza cuore, sebbene sostengano gli psicoanalitici che chi rinuncia al desiderio muore in anticipo. Mi sento a disagio incontrandomi negli specchi che mi spingono a un confronto e a odio spietato del mio sembiante. È ciò che mi separa dalle persone belle che possono permettersi la spavalderia e il risentimento senza timore di perdere qualcosa; protette e amate come prima.
Sono individui sinceri, capaci di chiarezza, non insistono incessantemente a ritenere che proprio nessuna cosa non vera era bella. Non evitano la loro tristezza e a tu per tu con le loro sconfitte dicono con calma inequivocabile: Mi rendo conto di essere stato abbandonato. Sei al di là della mia portata. Non c'è alcun senso nel voler convincere. Nessuno ama quando da lui lo si esige.
Tuttavia questi individui hanno imparato cose che io non ne sono capace. Da loro mi separa l'impotenza, mascherata in sensazione di onore che tutto ciò che tocca trasforma in teoria. E quando la situazione diventa veramente insopportabile, tutto ciò che posso è di aspettare in maniera esageratamente sensibile la pioggia ad accordare il tempo con il mio umore.
C'è una certa grazia in questa possibilità di salvarti nella poesia. Grazia nella quale parli libero da costrizione di un'unica visione che impedisce il discorso e denota incapacità che non puoi veramente evitare, impreparato a sopravvivere all'esposizione che è un imperativo per essere un uomo.
La grazia e la disponibilità esigono sforzo ed infatti, per me niente è mai di facile fattura. È senza importanza, ha detto qualcuno che conosco. Le tue poesie sono insignificanti. L'arte ha bisogno di altre cose. L'arte non ha bisogno di nulla. In questo vorrei assomigliarle. http://www.filidaquilone.it/num039milic.html
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