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Palagruza

di Elena Maria Bruna Sottile
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Pubblicato il 15/09/2015 13:31:13

Frinire di ali. Osservo il mare e mi incanto. Perdo la concezione del tempo e sprofondo in un'abisso di silenzio e quiete; unici miei compagni l'allegra melodia di api e calabroni in cerca di nettare e i giochi d'amore delle farfalle che fremono nell'aria placida come colibrì, mentre le libellule adagiano i loro corpi cangianti su steli marmorizzati dal sale: ali di fata nel tramonto di madreperla.

Scrivere il dipinto di un'istante che sta colando via come resina.

Lo sguardo si blocca al cospetto dell'acqua tersa, solcata da vele che ne increspano il velluto chiaro. La perla del sole è una brace che sta andando spegnendosi, un dio stanco che allunga la rossa mano in un'inesorabile gesto d'addio. Le strisce purpuree ormai si confondono nella fonte cristallina, divenendo liquide, vino che nutre e stordisce. 

Un gioco di ombre cinesi illude l'occhio nelle lievi increspature dell'acqua, mentre il paradiso ambrato del sole si perde nel limbo di lavanda della sera. La dolcezza crepuscolare abbraccia la morbidezza del cielo - nastri di nuvole come filamenti di zucchero -, il quale sboccia nella fluidità delle trasparenze marine, pennellate vorticose di correnti subacquee. Sono colei alla quale gli Dei concessero di essere testimone di questo acquarello della natura, una stregoneria di lilla, giallo e blu. E mentre ricreo nel respiro le fragranze delle spezie di quel mare lontano, galleggio nel sogno di pesche, limoni e sole maturo.


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