(strofe saffiche a due rime)
Era d’ottobre quel giorno dannato:
livido il cielo ed il vento scaleno.
Mi uscì il dolore di un cuore slabbrato
tutto dal seno.
E sbiadì il tempo d’amore forgiato
con i colori dell’arcobaleno;
finì nel pozzo dal pianto scavato
ogni sereno.
Dentro al silenzio più atroce e più odiato
viaggiai da sola leccando il veleno
d’un vano bacio portando, gravato,
peso sul treno.
Oggi riscrivo, scalzando il passato,
ricordi in nero con bianco baleno
sul calendario che ormai è superato,
come un alieno.
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