Pubblicato il 14/10/2015 07:52:43
Sfogliando … Cárlos Sanchez
È nato a Buenos Aires e viaggiato in molti paesi dell’America Latina e del Medio ed Estremo Oriente come consulente ed esperto in comunicazione sociale per organismi delle Nazioni Unite e della cooperazione internazionale. Ha lavorato come lettore e professore di Lingua e Letteratura Ispanoamericana presso le Università ‘La Sapienza’ di Roma, Cassino e Napoli. Come giornalista, regista e fotografo ha collaborato con riviste e giornali di tutto il mondo. Ha scritto sceneggiature e diretto programmi televisivi per la RAI. Pratica il Qi Gong da oltre vent’anni e tuttora trasmette la sua esperienza ad un gruppo di allievi. Risiede in Italia dal 1968 e attualmente vive a Folignano (Ascoli Piceno). sanchez.carlos@tiscali.it
Da “La poesia, le nuvole, e l’aglio”, Edizioni Librati 2009
‘Meraviglioso quotidiano’ In questa vita dove tutto sembra così reale il tuo canto si accumula nella materia grigia nella punta delle dita delle tue mani e questo sembra ugualmente molto normale. Il vento che non muove una foglia il cielo incerto con le sue nuvole l’orologio che ha perso l’equilibrio la gatta partoriente che geme la mia signora che legge un libro di filosofia il figlio che brilla per la sua assenza la televisione che non si accende il rubinetto col suo irritante sgocciolare l’uccello e le briciole di pane la vicina col suo tappeto sul balcone. Tutto sembra così normale dicevo in questo meraviglioso quotidiano.
‘Notte di Circo’
Nell’intimità profonda del mio essere intimidito come un uccello cieco passa la carovana del circo della mia infanzia. La banda suona un’irriconoscibile canzone che si intuisce perché è di moda lo scimpanzé sconsolato tira la corda dal cesto escono volando le colombe che torneranno a volare dal cilindro del mago. Scopro allora dalle scarpe che l’equilibrista è anche pagliaccio domatore di leoni appstiti. Nell’interno della tenda che ci copre osservo i rammendi che ha lasciato il tempo gli echi registrati di risate e temporali. Un nano vecchio con abito verde a quadrati rossi a cavalcioni di una bicicletta dalle ruote deformate investe l’equilibrista vestito da pagliaccio che a breve sarà domatore di leoni. Il consunto smoking del direttore grida mentre la ragazza sulla corda volteggia in un’esibizione di natiche e tette mobili. Nell’intimità del mio essere una foca applaude in mezzo a uno spettacolo incompiuto.
‘Viandante del Sud’
Forse le mie gambe potrebbero ancora portarti su quel percorso per le strade di Dublino, mostrarti di nuovo la mia precaria condizione di viandante del sud in questo esteso mondo. Seduto nello St. Stephen Green con la faccia al sole ho avuto la sensazione di percepire parole lontane voci sognate in un passato senza tempo. Nella National Gallery mi aspettavano incontri: un El Greco brillante e moderno negli azzurri un Caravaggio da sala di posa cinematografica. Con gli occhi ed il corpo saturi di policromie sono tornato alle fredde strade di città ai sentieri aperti da gran signori dai nomi altisonanti: Joyce o Yeats. Io ero e sono un semplice viandante del sud Con alcuni tenui riferimenti all’Irlanda in mezzo al petto, negli affluenti del mio sangue. Domani devo tornare a casa, alla città scelta a questa vita di due, di uno, di nessuno.
‘ La poesia, le nuvole e l’aglio’
Oggi le azioni di borsa della poesia sono un po’ agitate per le vendite la globalizzazione sembrerebbe non interferire in questo mestiere incerto dell’ignoto. Mi sono alzato pensando al menù Le riserve si stavano esaurendo E sono uscito con la cagna a fare spesa. Nel paese non c’erano segni di guerra nemmeno le bombe si sentivano né i voli radenti degli aerei da caccia che scaricavano la loro umanità tra tanti poveri innocenti. Sarà aumentato il pane mi sono chiesto un po’ sconcertato e Sandra mosse la coda per tranquillizzarmi. La frutta e le verdure erano fresche e il cielo nuvoloso insidiava questa parte del globo. Le nuvole non hanno frontiere mi sono detto non hanno patria e si muovono felici in questo cielo immenso. Dietro il villaggio le montagne sembravano seni giganteschi venati dalla neve senza volerlo mi è venuta una metafora e l’ho segnata sulla bolletta del gas che era arrivata come sempre puntuale. Risolveranno i russi il conflitto o passeremo un inverno al freddo. Nel bar le conversazioni erano agitate sembra che vogliano comprare un giocatore che di calcio sa ben poco. Sul giornale c’era in prima pagina il discorso di Obama la foto del delirio di Gaza la polemica della sinistra ubriaca. Improvvisamente mi è venuto il dubbio: Sarà rimasto un po’ d’aglio in casa?
‘Autunno incerto’
Il grido esasperato dei gabbiani che chiamano o esigono chissà cosa filtra dalla finestra appena socchiusa in un autunno lievemente incerto. Oggi non è giorno di pubblica festa solo nel mio cuore si sente una strana vibrazione che riconosco come un segno di conciliazione personale d’austero equilibrio metafisico. Cerco nel frattempo quella voce della quale sono un semplice complice. La luce va attenuandosi nel grigio, tra i rami del pino centenario. Mi viene desiderio di placare la ragione di abbandonarmi al tempo senza tempo.
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