Pubblicato il 10/01/2011 23:52:36
Del Dr. Paolo G. Mazzarello
Nell'immagine: Tricolore presso il Rifugio Gabiet a Gressoney La Trinitè (Aosta)
Molti stemmi di reali dinastie europee rappresentano il sovrano della foresta. I reami europei sono limitati nello spazio quando non lo sono nella mentalità. Sandro Juglair è valdostano di Pont Saint Martin e ha, su di un ‘Alpe a Gressoney La Trinitè, un suo ‘feudo’ personale. Ha organizzato un Rifugio dove l’efficienza dei servizi è il riflesso della capacità di gestione familiare. Sensibile all’anniversario di cencinquant’anni italiani, ha presieduto una sua celebrazione altrettanto personale. Ha compiuto un giro ciclistico, o un tour, che è il periplo di isole con penisola nostrana. Sbarco in Sardegna con prima tappa fino a Cagliari, dopo una salita con duplice crampo e caduta. Si è rialzato con simbolico massaggio dell’arto dolente ed è ripartito. Poi la Sicilia, poi la terraferma. Risalita dello stivale dal tacco lungo il gambale. Tocca il Lazio, soffermandosi tra i foederati che diedero i soldati a Roma. Risale visitando tutte le regioni, spunta a Oriente e ripiega seguendo il parallelo che lo riporta a Occidente. E’ un uomo in movimento e l’uomo del movimento. L’Italia si compì con un movimento che fu assecondato con suo vantaggio da una real casa. Gran Bretagna benedicente e Franz Joseph declinante costituirono le premesse. Francia di Secondo Impero fu tirata in mezzo, con sua possibilità di massacrare Austro Ungarici eguagliata da altrettanta di fare massacrare i Galli. Il Papa compiva tre secoli dalla Riforma Religiosa e sappiamo che, più passava il tempo, minore era la sua possibilità di riprendersi. Sandro Juglair ha il pregio di uniformare la sua identità a quella di una realtà storica. Tanto la sua, quanto quella nazionale, sono tuttora in piedi. Tuttavia il reame al quale vogliamo riferirlo, poco importa che ora sia repubblica, ha poco da fare con l’Aquila. Essa non poteva volare in Germania, una Italia in grande ma non certo un’eredità di Roma. Poco importa pure che essi abbiano voluto chiamare Kaiser il coordinatore di ducati che fece carriera. L’Aquila comprende Austria e Ungheria con le sue ali spiegate e, il monarca chiamato a comporre quell’unità, è propriamente definito con la traduzione in Tedesco di Cesare. Sandro Juglair è il Leone e ha le doti migliori per muoversi sul suo terreno . Coraggio e intraprendenza non mancarono neppure a vari Leoni araldici, troppo manchevoli di modelli grandiosi. Il leone Sabaudo ebbe bisogno del Nizzardo dei Due Mondi. Giuseppe Garibaldi compì il moto che quel leone si limitò a seguire. L’Eroe derivava la fiducia in se stesso dall’America che permetteva le iniziative. Come accordare quelle iniziative con l’integrità dell’Aquila richiede ulteriori pedalate.
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