"Quelli erano giorni, oh si, erano giorni
al mondo non puoi chiedere di più..."
Cantava una vecchia canzone; quelli eran giorni, quei giorni mai esistiti. Oh sì. Eravamo noi.
La verità è che non ci hanno voluto, rifiutati prima di nascere, abortiti, mai vissuti.
L’uomo fu il colpevole, l’artefice del nostro infausto destino;
Aveva sbagliato il suo conto, il cretino!
Quante cose potevano accadere durante la nostra esistenza,
Poteva finire una guerra, o nascere un uomo di scienza!
Parliamo insieme perché ci accomuna l’oblio:
Dimenticati dagli uomini, ed anche da Dio!
Si accorsero, un giorno, che si erano sbagliati, il loro calendario aveva segnato meno giorni di quanti ne contenessero i loro anni, le stagioni arrivavano prima, la pasqua era sempre più calda, tutto si anticipava. Trovarono, allora, l’arcano.
I giorni andavano contati in modo diverso, d’ora in poi,
Ma perché dovevano sacrificare qualcuno. Perché proprio noi?
Il cinque di ottobre poteva nascere un grande pittore, il sei invece avevamo riservato un posto per un geografo, che sarebbe stato di grande aiuto in quei tempi, il sette poi sarebbe stata la volta di un condottiero di fama europea, la domenica dell’otto ci saremo riposati.
Eravamo pur cristiani, cattolici e romani.
La settimana seguente sarebbe partita con la nascita di un esploratore,
Poi, a seguire un navigatore.
Sarebbero morte tante persone,
Certo, nelle solite guerre d’umana tradizione.
Perché non saremmo stati, alla fine, migliori dei giorni che ci avevano preceduto, nemmeno peggiori di quelli che ci seguirono. Però ci saremmo stati.
Eleviamo pertanto, con questa nostra, un vibrante protesta, noi sottoscritti giorni dal cinque al quattordici ottobre del 1582.
Tanto a voi dovevamo, per nostra buona amministrazione e vostra conoscenza!
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