Pubblicato il 27/05/2015 17:25:53
Nel giugno del 1920 sull’Ordine Nuovo Gramsci scrive che quando in economia quando in politica è una classe (è la classe borghese) a decidere ogni cosa il processo rivoluzionario (concreto) diventa realtà soltanto in luoghi che sono luoghi sotterranei e oscuri nell’oscurità delle fabbriche (per esempio) nell’oscurità delle coscienze (per esempio). E scrive che questo processo rivoluzionario (concreto) non può essere controllato non può essere documentato che gli elementi che costituiscono questo processo rivoluzionario (concreto) sono (per esempio) i sentimenti e le nozioni le velleità e le abitudini, sono (per esempio) i germi delle iniziative. E scrive che le organizzazioni che sono nate per trasformare il processo rivoluzionario (concreto) in una realtà (concreta) sono nate nell’ambito dell’egemonia di una classe nell’ambito del concetto (borghese) di democrazia per affermare per sviluppare la libertà e la democrazia ma solo come concetti in generale. E scrive che in questo ambito i rapporti considerati sono solo quelli tra cittadino e cittadino. E scrive che invece il processo rivoluzionario (concreto) si compie nell’ambito della catena di produzione nell’ambito (per esempio) delle fabbriche, che in questo ambito i rapporti considerati non sono più quelli tra cittadino e cittadino, ma quelli tra sfruttatore e sfruttato, che in questo ambito per il lavoratore non esiste libertà per il lavoratore non esiste democrazia, e scrive che il processo rivoluzionario (concreto) si compie quando il lavoratore non è niente ma vuole diventare tutto quando vuole diventare tutto contro il potere del proprietario che è un potere illimitato che è un potere illimitato sul lavoratore (per esempio) sulla donna del lavoratore (per esempio) sui figli del lavoratore (per esempio).
da Cinque testi tra cui gli alberi (più uno), Benway series 2013
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