Pubblicato il 15/05/2015 17:15:31
Un giorno, messomi in macchina, decisi di “prendere nota” di ciò che avveniva intorno a me. Nemmeno il tempo di sedermi al volante che una moto mi taglia la strada esibendosi in uno “slalom gigante” da fare accapponare la pelle. Riesco a frenare, a scapito dei miei valori adrenalinici e proseguo verso il primo semaforo, non prima di essermi beccato il gesto dell’ombrello da un automobilista, che non avendo rispettato la precedenza, riesce a passare prima di me. Imbocco quindi la “Favorita” in direzione di Mondello, operazione che nonostante i rallentamenti di alcuni, dovuti alla particolare fauna reperibile lungo i viali, mi conduce al viale dell’Olimpo e da lì, svolto in direzione di Sferracavallo. Inizia una vera e propria “odissea”, tutti pensano di essere all’interno di un gigantesco autoscontro, con l’unico obiettivo di dimostrare la propria prepotenza, la propria maleducazione e l’assoluto disconoscimento del diritto stradale. Auto e moto sembrano impegnate in un carosello che impone un nuovo tipo di gioco,che serve a mettere in mostra chi ha i nervi più saldi. Vedo ad un incrocio due automobilisti lanciati a forte velocità, nessuno dei due sembra intenzionato a “cedere”, ma a un certo momento, quando lo scontro sembra, ormai, inevitabile , uno dei due” blocca i freni”e l’incidente viene evitato per un pelo. A Palermo “si camina a cu si scanta pi primu”; così mi disse un veterano dell’automobilismo Palermitano. Ovviamente, intuiamo cosa succede quando si incontrano “due” che non sanno cos’è la paura. Forse, ma solo forse, avrei fatto meglio a non prendere nota del traffico di questa nostra Palermo e abbandonarmi al torpore di una consuetudine che non consente cambiamenti culturali.
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