Pubblicato il 15/05/2015 17:02:48
2. Ai funerali del mio maestroQuando vai a un funerale “ci vai” , in genere, perché il defunto è una persona della famiglia o appartiene al giro delle tue amicizie. Ma in moltissimi casi “ci vai”perché non puoi farne a meno per non “dispiacerti” le persone che avevano caro il defunto. Oggi al funerale del mio Maestro Augusto Perret, non c’era nessuno appartenente alla categoria di cui sopra. Chi c’era era sicuramente legato da un sincero personale sentimento verso Augusto. Per la prima volta ho sentito, in circostanze come queste, un prete, dire delle cose che mi hanno toccato e che erano azzeccate, data la personalità dello scomparso. E sulle note del violino del Maestro Mausner, ecco che come per magia mi affiorano alla mente le memorie di una vita, perché Giulio ,come affettuosamente tutti lo chiamavamo, occupa una parte importante della mia esistenza. Ma non mi va di dire le solite scontate “cose” delle orazioni funebri; voglio soltanto mettere in evidenza che Giulio, prima ancora di essere un artista, era un uomo, un uomo che aveva la capacità di comprendere e di amare. Giulio è stato, per me, con la sua fantasia critica, con la sua pungente ironia, con il suo continuo interrogarsi sull’esistenza dell’uomo , per me come per altri allievi, una potente forza propulsiva capace di “impollinare” le menti predisposte. Oggi Augusto Giulio ha beffato la morte : era con noi, vivo, al suo stesso funerale. 13 maggio 2013
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