Pubblicato il 15/11/2008 23:08:09
E' notte... il momento giusto per raccontare una fiaba.
Una giovane donna era in procinto di unirsi all’uomo che le era stato destinato. Lo amava e lo rispettava a tal punto da vederlo come un re e per questo, pensando a quale dono potesse offrirgli il giorno del loro connubio, tutto le sembrava inadatto, povero, insignificante. Allora si recò in cima alla montagna su cui viveva Zule, una donna molto vecchia e saggia, alla quale tutto il villaggio si rivolgeva per avere cure, consigli, conforto. L’anziana veggente proferì il suo oracolo: “L’unico dono degno del tuo sposo è la chiave della felicità. Dovrai trovarla e poi recarti al Tempio della Felicità per ricevere il Talismano, che il tuo uomo dovrà porre sul suo cuore, conservare e rispettare come sacro.” La giovane disse: “Ma dove trovare la chiave e dov’è il tempio?” “La prima si trova all’estremo dell’oriente, sulla Roccia della Tigre, conservata in una piccola teca di ghiaccio” - rispose l'eremita –“mentre l’altro è ad Occidente, ma non posso dirti dove: durante il viaggio dovrai provare ad aprire tutte le porte e trovare quella giusta”. Poi tacque e non alzò più gli occhi dalle gialle pietre che continuamente scorrevano fra le sue mani. La ragazza era quasi disperata: raggiungere l’estremo dell’Oriente non comportava un lungo viaggio, ma trovare la chiave ed il tempio sembravano essere obiettivi irraggiungibili. Il suo amore era grande, il suo cuore forte, la sua speranza indomita, quindi, partì. Superò la foresta, il deserto e scalò alte cime nevose. Di giorno il sole bruciava la sua pelle, di notte il gelo la faceva tremare come una leggera foglia percossa da un vento violento. Un giorno, finalmente, apparve di fronte a lei una grande roccia la cui forma era precisa ed inconfondibile: una testa di tigre. Corse, si arrampicò ferendosi, nella frenesia, mani e ginocchia: la teca era lì e conteneva una minuscola chiave d’oro. La prese e se la legò al collo con il nastro rosso che le adornava i capelli: strinse il nodo più volte con cura per non correre il rischio di perdere l’oggetto tanto desiderato. Riprese a viaggiare. Ad ogni porta d’oro, di bronzo, d’argento provava la chiave, ma queste non si aprivano. Cominciò a tentare anche con tutti gli altri usci, anche i più poveri ma nessuno si schiudeva. Il caldo e l’afa erano sempre più cocenti: presa da una bruciante sete, si chinò presso un limpido laghetto per dissetarsi. Inspiegabilmente il nodo si sciolse ed il nastro lasciò scivolare via il suo prezioso tesoro. Disperata si sporse sullo specchio d’acqua nel tentativo di ritrovare la chiave e vide, riflessa, la sua immagine: i capelli sciolti, il volto arrossato, gli occhi brillanti che lasciavano trasparire la sua passione e capì. Era lei il dono prezioso, lei il Tempio, lei il sacro talismano da porre sul petto del suo uomo e, sempre lei, la tanto imperscrutabile felicità.
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