Sfogliando … Benoît Conort
La selezione dei brani qui proposta è tratta dall’elegante quanto raffinata edizione con testo a fronte curata da CFR editore di “Pour une île à venir” (2015). I nostri complimenti vanno all’amico e collaboratore di larecherche.it Salvatore Violante per la traduzione dall’originale in francese e l’introduzione che ben esplica il ‘metro’ poetico usato dall’autore, quel “versetto – egli dice – che sintetizza il contrasto tra verso e poesia”.
Da ‘Visi nell’ombra’
C’è nelle parole un aspetto da medusa che ci assilla.
Chi parla è senza identità. Quando il grido riempie la
gola, strozza chi vuole proferirlo, costui lo preferisce a
tutta icona ai serpenti, ad ogni lingua che ne misuri la
morte con il suo circolo rabbioso,
La squadra dei grandi compassi stellari.
. . .
Risveglio il tuo ricordo donna venuta dal pozzo
Offro ai passanti delle strade il ricordo dei tuoi seni
Del tuo ventre l’anello
Questa decisione della confessione alle tue labbra
Quale ombra si rassegna a non essere più
Che un passo verso una tomba.
‘Natura morta’
Medusa nel suo seguito d’alghe verdi cupola
Che si scioglie lentamente nel sale dell’aria
Forma fluida in questa corrente rapida
Tu non conosci infante
Il ridere redentore la morte che si scansa
Tu non sai che scompiglio il tuo passaggio fa nascere
Al fianco della Medusa dove le alghe dimorano
Medusa che s’addormenta sulla spiaggia e volta la sua faccia
verso il profondo plafond
Dell’acqua buia immobile
Medusa d’acqua nell’acqua fredda del mare.
Da ‘Il rovescio del viso’
Si deporrà un viso dalle guance sporgenti con
delle spine rocciose di cespugli differenti
Una fronte che si vorrebbe più alta attraversata da una
vena insicura
Si poseranno rughe anche su questo viso una
musica di rughe
Secondo le cose viste
Quando questo sarà finito si vedrà il volto
Nell’ombra cancellarsi dolcemente.
. . .
Viso con quello che occorre
Di tremito nell’oscurità di rinculo
Verso un altro viso
Piegato
Volto come una via segreta
Un canto di notte e cammino verticale.
. . .
Il volto poggiava la sua fronte contro il vetro
Cominciava a meditare
La stella di un fiocco il contorno di una foschia
Il volto si perdeva nei meandri di condensa
Nessuno l’accompagnava.
. . .
Volto messo alla luce alba terrea tra gli alberi
La sua covata di foglie morte
Il corpo la pietra di fumi neri
Non è che obbrobrio
E faccia dei viventi.
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