Pubblicato il 15/01/2021 17:21:12
In tempi in cui i premi letterari sono diventati come l'erbetta di campo per diffusione, non è peregrina una nota in cui è possibile considerarne uno come rappresentativo del tutto, in una sorta di sineddoche tra il letterario e lo specchietto per le allodole. Parlo del concorso Parigi Vera che l'omonimo sito ha organizzato nel totale disprezzo di un rischio: distruggere il mito di Parigi a propria insaputa. Un sito che dichiara di dedicare uno spazio esclusivo al racconto della Parigi di oggi (quella che c’è, anzi quella che V’è) e a quella di domani (quella che ci sarà, anzi che Vi sarà). Ma, dopo aver steso un velo pietoso sulla (in)cultura del linguaggio (forse più ingenuo che coscientemente cialtronesco), torniamo alla storia - raccontata, con un lessico di disamante povertà - dall'autrice Maria Angela della Morte (uno pseudonimo?) dal titolo "I colori della danza". La protagonista Mathilde, già educanda in convento, nel 1894 sopravvive poveramente in una stanza dove l'acqua nel catino è ghiacciata e dove, probabilmente, la legna nel camino sarà ormai diventata cenere. La sua è una stanza/topaia in un hotel per prostitute per fame. Però, fuori “Parigi è un incanto! Grandi viali e carrozze, dame eleganti e cavalieri e, in bella mostra nelle vetrine, abiti sontuosi e cappelli. Li avrò anch’io. pensava Mathilde, col naso schiacciato sui vetri, -avrò anch’io bei vestiti, e gioielli. Ma la vita cambia e un'amica (Marguerite il nome, forse Gautier il cognome), prostituta anch'essa, le fa balenare una vita diversa. In tempi molto rapidi, diventa cortigiana, va ad abitare in una casa di lusso sulla riva droite (in Faubourg Saint Honoré, probabilmente davanti all'Eliseo), diventa ricca, frequenta il bel mondo (compreso saltuariamente la moglie del primo ministro). La sua vita è cambiata: gioielli, vestiti di classe e un ritratto che le fa l'uomo di cui è invaghita: Giovanni Boldini, pittore ferrarese, cantore della Belle Époque, sedotto da tanta grazia. Naturalmente Marguerite muore di tisi e Mathilde si presuppone che l’imiterà. Se a questo punto non vi siete scompostamente messi a ridere, vi potrete chiedere cosa c'entra tutto questo con la Parigi che v'è, con quella che vi sarà e col titolo del premio. Ma tant'è, questo è un esempio di concorso letterario odierno e della scelta del vincitore. Smettiamo di ridere e accontentiamoci di qualche velo, pietoso o meno che sia.
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