Pubblicato il 06/11/2008 15:00:41
Stavo cernendo i rifiuti e il mio sguardo è caduto su un “loghetto” che si trova sulle confezioni dei beni di consumo che acquistiamo; un semplice disegnino stilizzato che ci redarguisce circa la buona norma di gettare gli involucri, i sacchetti, i contenitori in metallo o plastica, le scatole e quant’altro sia atto a contenere qualcosa, negli appositi cassonetti o cestini. Ho controllato sulle confezioni che ho in casa: su alcune è stampato un omino nell’atto di gettare l’inservibile oggetto in un cestino e su altre una sinuosa figura femminile che compie il medesimo gesto. In quest’ultimo, però, il cestino è sostituito da un secchio con coperchio che fa pensare a quei secchi che si aprono premendo col piede un pedale. Non mi sono chiesta il perché della differenza dei contenitori per i rifiuti nei due disegni, né perché gli uomini debbano utilizzare il cestino e le donne il secchio ma, dotata come sono di grande perspicacia, ho subito dedotto che la locuzione “differenziazione dei rifiuti” significa, in un certo senso, "discriminazione sessuale" poichè la gestione di alcuni rifiuti è di competenza maschile e di altri femminile e addirittura in contenitori distinti. Volendo, comunque, attenermi alle regole imposte, senza protestare, ho predisposto in casa, due sacchetti per i rifiuti di colore diverso: uno rosa per noi femminucce e uno celeste per il maschio di famiglia. Noi donne metteremo nel nostro sacchetto rosa ogni oggetto di rifiuto con il logo al femminile e il maschio gli altri, quelli con l’omino, nel suo sacchettino celeste. Un po' come facevamo alla scuola elementare, quando disegnavamo gli angeli col vestitino rosa o celeste per distinguerne il sesso. Ognuno di noi provvederà, in seguito, a portare il suo sacchetto pieno nei cassonetti comunali. Inoltre, ho ritenuto pensare, circa il fatto che alla figura femminile sia stato assegnato il secchio col pedale, ad una questione di galateo, il quale prevede che la posizione piegata in avanti, per una signora, non sia conveniente poiché potrebbe suscitare nel maschio di passaggio istinti sessuali impulsivi e animaleschi. La cosa che invece mi ha colpita e mi ha lasciata veramente perplessa è un terzo disegno finalizzato anch’esso all’educazione ambientale. Accingendomi ad accartocciare il pacchetto delle mie sigarette preferite, mi sono accorta che sopra non v’è disegnato l’omino che getta il rifiuto nel cestino, né una sinuosa figura femminile che butta il rifiuto nella pattumiera, bensì una figura stilizzata di essere umano, forse molto giovane, su un motorino (senza casco!!!…orrore!!!) che, sfrecciando vicino ad un cestino, butta via, al volo e presumibilmente, il pacchetto vuoto delle sigarette. Allora mi son detta: "Che i pacchetti delle sigarette vadano buttati via mentre si viaggia in motorino?" Dunque: se una persona è a piedi, deve riempirsi le tasche o la borsa di pacchetti vuoti da buttare e se, poi, trova qualcuno che, di grazia, gli presta il motorino, può finalmente svuotarsi le tasche e/o la borsa!" Quindi, mi sono chiesta: "Se io non possiedo un motorino e se non trovo nessuno che me lo presta, come faccio a buttare via i pacchetti vuoti delle sigarette? E peggio ancora: se non ho tasche e non ho borse e, per giunta, sono anche vecchia?"
Vogliamo renderci conto della gravità del problema?
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