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la magia della sera

Argomento: Vari

di Rosanna Robiglio
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Pubblicato il 28/12/2020 16:37:51

La magia della sera

Quando l’afa stava finalmente allentando la sua morsa e il sole si avviava vero l’orizzonte, Sara se ne andò sul suo grande terrazzo con vista panoramica sulla città da cui si intravvedeva anche uno scorcio di mare. Passò in revisione le piantine che a fine inverno aveva seminato nei vasi e che ora erano belle rigogliose, tolse le foglie ingiallite e i fiori secchi, le innaffiò e poi si sedette sul dondolo per godersi quella brezza serale che le accarezzava il viso e le donava
un po’ di refrigerio.
Volse lo sguardo a ponente verso quel mare infuocato dall’ultimo raggio di sole che come un grande pittore, prima di sparire dietro i tetti delle case, aveva colorato tutto l’orizzonte di uno splendido rosso sfumato.
E mentre il cielo si incupiva lasciando tutto nella semioscurità,
le tapparelle, una dopo l’altra, iniziavano ad abbassarsi lasciando filtrare solo piccole luci simili a tante stelle che decoravano quelle facciate.
Sara immaginava che ogni luce racchiudeva tanti segreti, uno diverso dall’altro e mentre osservava quel paesaggio serale, ecco elevarsi nell’aria le fragorose e innocenti risate di un frugoletto che mentre la madre iniziava a sparecchiare e riassettare la cucina e il padre lo accompagnava nel suo lettino per farlo addormentare, lui invece aveva ancora tanta voglia di giocare.
“Ma ne esisteranno ancora tanti mariti così?”. Si domandò Sara, pensando alla sua esperienza passata e pochi istanti dopo anche quella tapparella si abbassò, portando con se tutti i suoi segreti.
La sua fantasia si rivolse verso altre finestre e incominciò a volare sempre più in alto, molto più delle altre sere. “Chissà quante e quali storie racchiuderanno quelle finestre!, pensava. “Ognuno dopo una giornata di lavoro o di studio, la sera, nell’intimità della sua casa, avrà tante novità da raccontare ai familiari. Aneddoti più o meno felici e a volte bisognosi di comprensione per scaricare le tensioni accumulate durante il giorno, pareri consolatori che si possono trovare solo nell’intimità di quelle mura, fra l’amore sincero dei propri famigliari”.
Dall’unica finestra ancora aperta per far entrare un po’ di refrigerio, con la zanzariera che oscurava appena la visuale, traspariva la luce azzurra di un televisore e l’ombra di due figure, uno di fianco all’altra, sedute sul divano. Erano anziani e mentre la TV trasmetteva il suo programma, Sara notò che la donna a testa china, sferruzzava. “Forse preparerà per lui una calda sciarpa per il prossimo inverno”, pensava. Ogni tanto, riposando le mani, la signora alzava lo sguardo sullo schermo, poi, mentre lui sfogliava distrattamente le pagine di un giornale, lei riprendeva il suo lavoro. A quella coppia bastava proprio poco per essere felici, a loro bastava solo essere sempre insieme.
Di fronte a quella scena, Sara fu invasa da una nota nostalgica e la sua memoria la riporto indietro negli anni. Si rivedeva bambina in compagnia dei nonni che ora non aveva più e che in quel momento ne sentiva più che mai la mancanza.
La sua mamma era venuta a mancare quando lei era ancora piccola e furono proprio loro a comportarsi con lei da premurosi genitori e nonni insieme.
Ricordava quando sfogliando i giornalini di Topolino e Paperino, li commentavano ridendo di gusto e quando la sera, nel loro lettone il nonno, con la sua coinvolgente voce, le raccontava vecchie favole a volte spaventose che poi terminavano sempre con un lieto fine.
Pur conoscendole ormai a memoria, ogni personaggio continuava a destarle un’atmosfera di mistero e restava in attesa di quel finale proprio come se le fossero state raccontate per la prima volta.
Sara si immedesimava in quei personaggi fino a sentirsi protagonista di quegli avvenimenti, ma poi si addormentava serena per ritrovarsi, il mattino seguente nel suo lettino sistemato accanto a loro.
Ricordava le dolci colazioni a base di pane burro e marmellata fatta in casa dalla nonna e le allegre passeggiate durante le quali lei, sempre al loro fianco, raccogliendo mazzolini di fiori, imparava a conoscere il loro nome, odorava i loro profumi, osserva le diverse forme e colori e poi a casa li disegnava. Aveva anche imparato a riconoscere i vari alberi che gli regalavano quei dolcissimi frutti che la nonna trasformava in ottime marmellate per colazioni e merende.
Dolci ricordi colmi di tanta tenerezza, vissuti con persone speciali che hanno saputo riempire la sua solitaria esistenza.
Quei nonni per lei erano tutto il suo mondo, erano la sua sicurezza, ma anche lei per loro era la cosa più importante che avevano e insieme erano tutti molto felici.
A farle compagnia c’era anche il cagnolino Billy, suo grande compagno di giochi e anche di marachelle, ma loro comprensivi, erano sempre pronti a perdonarli.
Ormai grande, anche lei sognava di avere dei figli, di poter giocare con loro e un domani, diventare nonna per raccontare ad eventuali nipotini tante favole come quei nonni speciali avevano fatto con lei. Ma che cosa avrebbe potuto raccontare in questi tempi moderni?. Sicuramente avrebbe rinnovato quella di Cappuccetto Rosso e di quel cacciatore che aveva salvato la sua nonna quando stava per essere inghiottita da un lupo cattivo. Un esempio di vita che le fece poi scoprire che in quella reale, per ottenere i risultati sperati bisognava sempre lottare contro il male.
Riviveva i ricordi della sua infanzia come se fossero stati stampati in un enorme libro dove una invisibile rivale, chiamata memoria, si accaniva a renderli un po’ sbiaditi, quasi incolori per far spazio a quelli attuali perché ogni periodo della vita ne trascina con se sempre altri diversi. Anche lei ora stava sperimentando un’altra terribile favola moderna, il covid 19, un altro spietato e invisibile nemico, senza volto, senza gambe ma velocissimo e sterminatore, che approfittando dell’incostanza di tutti, per raggiungere il suo obiettivo di conquistatore del mondo, si è fatto trasportare in ogni luogo rendendoci involontari complici e artefici della nostra sconfitta.
Un’atroce favola moderna immaginata da tanti fiammiferi in fila dove quando se ne incendia uno, se non isolato prontamente, intacca tutti gli altri creando una pericolosa catena di distruzione. Forse un domani, pur non cancellandoli del tutto, questi tristi ricordi finiranno nel libro delle favole moderne e siccome ogni favola ha sempre un lieto fine, anche stavolta ci sarà una vittoria perché, dopo tanto buio, anche le stelle tornano sempre a risplendere.
Anche Sara, ancora giovanissima, sognava una favola a lieto fine. Dopo aver sposato il suo primo amore, ben presto le cose andarono diversamente e di quei sogni non le rimase altro che una grande delusione. A pochi anni dal matrimonio, mentre lei amava la semplicità della vita, lui sognava una esistenza più mondana, più festaiola, e per raggiungere il suo obiettivo l’aveva abbandonata per seguire un’altra meno nostalgica, sicuramente più influente di lei.
Dopo tante assenze attribuite ad impegni di lavoro, una sera le confidò che quel modo di vivere non faceva per lui, e se ne andò via, lasciandola sola col suo dolore.
Pian piano nel cuore di Sara, quella delusione sbiadì. Oltre al suo lavoro, dedicò il tempo libero ai bambini della parrocchia che la ricompensavano sempre con tanto amore e gratitudine.
Conquistata dalla gioia che scaturiva in quel semplice ambiente che ha saputo lenire i suoi dolori, si ritrovò di nuovo ad apprezzare quella meravigliosa opera che solo la natura, quasi dimenticata, sa ridare.
Dopo un grigio inverno dove tutto dorme, col rinnovo della primavera, quel tutto si trasforma in una nuova vita dove si risvegliano prati, piante, fiori e frutti, una magia fatta di mille colori e sfumature.
Il sorgere del sole che termina la sua corsa nel tramonto della sera per far posto a luna e stelle per poi riprendere il suo cammino il mattino successivo, una farfalla che vola di fiore in fiore e un bimbo che cresce, sono tutte evoluzioni che nella loro semplicità esprimono stupore, e ognuno di noi, tra gioie e dolori, rivive l’evoluzione della vita.
Assorta in questi pensieri, non si accorse nemmeno che il suo gattino che condivideva con lei la sua casetta, vedendola così pensierosa, la raggiunse sul dondolo. Godendosi anche lui la frescura della sera, si stiracchiò, e per accaparrarsi qualche coccola in più, fece le fusa, poi mente Sara lo accarezzava, si raggomitolò sul suo grembo e riprese serenamente a dormire.
Col suo amico stretto tra le braccia, Sara se ne andò in casa, chiuse le tapparelle lasciando fuori i suoi pensieri, spense le luci e andò a prepararsi per la notte, in attesa del domani col risveglio del sole.


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