Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
Tempo del primo avvento tempo del secondo avvento sempre tempo d’avvento: esistenza, condizione d’esilio e di rimpianto. Anche il grano attende anche l'albero attende attendono anche le pietre tutta la creazione attende. Tempo del concepimento di un Dio che ha sempre da nascere. Avvento, tempo di solitudine e tenerezza e speranza.
Oh, se sperassimo tutti insieme tutti la stessa speranza e intensamente ferocemente sperassimo sperassimo con le pietre e gli alberi e il grano sotto la neve e gridassimo con la carne e il sangue con gli occhi e le mani e il sangue; sperassimo con tutte le viscere con tutta la mente e il cuore Lui solo sperassimo; oh, se sperassimo tutti insieme con tutte le cose sperassimo Lui solamente desiderio dell’intera creazione; e sperassimo con tutti i disperati con tutti i carcerati come i minatori quando escono dalle viscere della terra, sperassimo con la forza cieca del morente che non vuole morire, come l’innocente dopo il processo in attesa della sentenza, oppure con il condannato davanti il plotone di esecuzione sicuro che i fucili non spareranno; se sperassimo come l’amante che ha l’amore lontano e tutti insieme sperassimo, a un punto solo tutta la terra uomini e ogni essere vivente sperasse con noi e foreste e fiumi e oceani, la terra fosse un solo oceano di speranza e la speranza avesse una voce sola un boato come quello del mare, e tutti i fanciulli e quanti non hanno favella per prodigio a un punto convenuto tutti insieme affamati malati disperati, e quanti non hanno fede ma ugualmente abbiano speranza e con noi gridassero astri e pietre, purché di nuovo un silenzio altissimo, il silenzio delle origini, prima fasci la terra intera e la notte sia al suo vertice; quando ormai ogni motore riposi e sia ucciso ogni rumore ogni parola uccisa (finito questo vaniloquio!) e un silenzio mai prima udito (anche il vento faccia silenzio, anche il mare abbia un attimo di silenzio, un attimo che sarà la sospensione del mondo), quando si farà questo disperato silenzio e stringerà il cuore della terra e noi finalmente in quell’attimo dicessimo quest’unica parola perché delusi di ogni altra attesa disperati di ogni altra speranza, quando appunto così disperati sperassimo e urlassimo (ma tutti insieme e a quel punto convenuti) certi che non vale chiedere più nulla ma solo quella cosa allora appunto urlassimo in nome di tutto il creato, (ma tutti insieme e a quel punto)
Vieni, vieni, vieni, Signore!
Allora tutto si riaccenderà alla sua luce e il cielo di prima e la terra di prima non sono più e non ci sarà più né lutto né grido di dolore perché le cose di prima passarono e sarà tersa ogni lacrima dai nostri occhi perché anche la morte non sarà più. E una nuova città scenderà dal cielo bella come una sposa per la notte d’amore. Allora il nostro stesso desiderio avrà bruciato tutte le cose di prima e la terra arderà dentro un unico incendio e anche i cieli bruceranno in quest’unico incendio e anche noi, gli uomini, saremo in quest'unico incendio e invece di incenerire usciremo nuovi come zaffiri e avremo occhi di topazio: quando appunto Egli dirà “ecco già nuove sono fatte tutte le cose” allora canteremo allora ameremo allora allora…
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