Pubblicato il 19/08/2014 18:09:51
Cosa di me nel digerito pasto - lo scorrere nel sangue o nelle feci e in altri umori dileguando, oppure in rinnovata carne altro pensiero increato generando, se stesso a sé bastante e al mondo solitario sé con se stesso rispecchiando - solo - il verbo universale proclamando: fiat voluntas mea a sé dicendo - roteando masturbatorio sole intorno a sé di sé a sé piacendo, sua luce con se stessa strofinando.
Ma all'ipermercato, su di una panca di legno finto, quasi una panchina di quelle verdi e vere dei giardini, un uomo vecchio guarda il nipotino mentre la figlia è entrata nel negozio - vede se stesso opaco nel riflesso che gli rimanda uguale la vetrina - vede se stesso come già trascorso. Sa breve il tempo di altre passeggiate, a immaginarsi ancora lì seduto mentre addomestica la morte piano, con il sorriso dolce dei perdenti - di chi non chiama dio più da tempo - perché è nascosto oltre la vetrina.
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