Pubblicato il 02/03/2010 12:00:00
Il libro potrebbe, di primo acchito, apparire come una semplice, romantica passeggiata fra i ricordi giovanili, come il rimpianto di un tempo ormai perduto. Il sospetto sarebbe credibile perché l’autore racconta fatti di mezzo secolo fa, in altre parole, della sua fanciullezza. Andando avanti con la lettura, appare lampante la ricerca della memoria storica collettiva, in quel periodo, più visibile. Egli cerca l’identità della gens vesuviana, che con l’arrivo dei tempi moderni, vale a dire con la comparsa della televisione, ha smarrito la sua unicità banalizzandola con il messaggio mediale. È un bel libro, utile agli addetti ai lavori, perché ricco di curiosità e d’annotazioni dialettali, ma anche all’amante della distensione perché di facile e godibile lettura. Scritto con la tecnica del racconto per episodi, disegna un complesso organico in cui, con al centro il Vesuvio, una miriade di personaggi si muove, mostrando la cultura specifica di un popolo, fatta di mestieri, gusti, tradizioni, paesaggi, sentimenti, luoghi, abitazioni, lingua. Il profumo del ragù nei giorni festivi che accomuna tutte le case ed i cortili, quello del pomidoro che mette al lavoro l’intera famiglia per conservarlo e goderne per tutto l’anno, è, come nota anche Giovanna Martano nell’introduzione al libro, l’immagine onirica di quest’identità unica. Insomma è la ricerca della felicità perduta verso cui bisogna tendere per ritrovare un presente vivibile. Il libro è strapieno di fascinose foto d’epoca, ovviamente, in bianco e nero e non può mancare in nessuna biblioteca degna di questo nome. Carlo Avvisati è giornalista. Scrive per il Mattino di Napoli. Le sue pubblicazioni più importanti sono: 1906 Quando il Vesuvio perse la testa; Vesuvio 1906 il dramma di un popolo; Poppea, cronaca d’un omicidio presunto; Pompei, mestieri e botteghe 2000 anni fa; Plinio il Vecchio, il mistero dello scheletro scoperto sulla marina di Pompei antica; Napoli punto e…pasta, storia e leggende di spaghetti e affini; Vesuvio a.D. 79; Boscoreale, storia, tradizione e vocazione turistica; ‘O nonno mio riceva… detti motti e filastrocche in uso nel circondario boschese; Antiche taverne di Boscoreale; etc.
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