Pubblicato il 08/08/2014 12:32:09
Nessuno parla della nostra solitudine immersa tra milioni di click Nessuno parla dei mostri acidi che ingoiamo aspettando che la notte insonne svanisca Volti al futuro marcio i nostri picnick tra neologismi di falsi dei. Riutilizzate le stesse poesiole e le ripassate di glassa o di merda, secondo la voglia della platea del momento I giochi che manipolate sono vecchi e li vendete come robba nuova in realtà è solo un mal copia di rivoluzioni scadute (Ma parlo di te! Non di quello lì che indichi davanti al sipario!) Fuori dal mondo coi sogni in abbandono La voglia di starci presa a botte mentre guardi e ne chiedi di più Nuove croci nel tuo virtual cervello e va bene così. Non ne parla nessuno della solitudine. Nemmeno voi della vostra Così moderni e così connessi al vuoto fragore multidinamico di parole sbagliate. Ed io sarò più moderna di voi.
Bevo con te, amore, mentre mi stringi e mi sussurri che la stagione cattiva è finita Il mondo si capovolge e ci ricordiamo che la vita, in fin dei conti, è una puttana simpatica Un po' di terrore, dopo il sussulto, mi rapisce convulso, mi coglie con lo sguardo assorto verso il cielo; il mio cielo più vicino. Noi ci teniamo per mano e beviamo una doppio malto ... mille orgie di pensieri tra i nostri sguardi di animali feriti. Voci ignoranti (nel senso che ignorano) intorno a noi di gente che ride e non si diverte. Non ho bisogno di ridere accanto a te; sono libera di piangere in queste lunatiche fragili sere, anche quando le mie lacrime significano Amore.
La birra costa troppo, ma puoi comprarti un cellulare: si vivono più cose dentro una scatola. Dove sono tutti? Io ho perso il desiderio di cercarli. Cosa c'è di mio? Esiste qualcosa nostra e basta? Neppure la poesia è mia. Non so scrivere, ma scrivere è diventato veramente banale. E' virtuale quest'occhio che ti spia e che ti obbliga a sembrare. E dunque per cosa ti mostri? I pensieri hanno bisogno di manutenzione, sono severi e privi di fantasie nuove, ma mi tengono compagnia: l'unica cosa che posso fare è parlarmi.
Posso resistere, questa resistenza che è solo sopportazione, affinchè rivenga lunedì con una nuova intenzione, così ingenua da provare vergogna nel rimostrarla. Qui non c'è spazio per arrancare ancora. Il cuore si ribella alla pietas criminale, chiudendo le porte. E' inutile che io vi dica 'non ho bisogno di voi', se mentre lo dico chiedo il vostro perdono
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