Pubblicato il 21/11/2014 08:56:27
Sono un animale propenso all’elegia. Deve esistere qualche tassonomia che mi classifichi. Ecco qui il mantra del Pantheon silenzioso da secoli, ecco le palme felici del Gianicolo, ecco l’oro dell’autunno romano. Ho ancora nel corpo lo sguardo della donna di ieri al Caffè Gotico come un invito a scambiarci le generalità animali. Il tempo è un coltello e taglia l’aria del giorno, ne ricava un’altra città: io e te nello stesso posto. L’elegia comincia. Venivamo da Via dei Portoghesi, il cuore aperto senza anestesia. Tante cose sono cambiate da allora. Si è congelata l’acqua nelle fontane, si è scongelata e ha ripreso a sgorgare, sporca. Ora ho tutto quello che voglio. Ma anche qualcosa che non voglio e che mi insegue: trattengo in me tutto quel che non ho più. Sono solo quello che non sarò mai più.
(da Gajos, 2007)
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