PALESTINA E ISRAELE, NEL FRASTUONO SANGUINOSO E SOFFERTO
Sete e fame
d' un' umanità intera
e bisognosa,
che nel frastuono si immerge lenta
e afosa,
non trovo parole ma ardo
di fronte al negro fatto,
in Palestina ed Israele
l' arma tace,
la collera sofferta e impietrita
a macchie di sangue
e la freddezza al volto pianse,
e la contrita speme geme.
Mi sento inadatto e incapace
nel tendere l' amara tela,
al tanto oscuro mare
scusate;
e inorridisco come l' odio
trae in inganno
l' acuta sete di giustizia,
che sede d' inganno
e di violenza diventa
spietata balena marina,
pianta che per amor di sangue
non si congeda
ma tratta e ritratta
oscuri enigmi,
con mobili sabbie
sempre mute ed ostili.
Ed io condanno la violenza,
il sangue versato dei civili
e dei vivi che insieme
ai morti,
come schede mute giacciono,
mentre la dissenteria
invade ogni cuore mutilato,
dall' arma, dalla paura
d' esser privato
della propria anima.
Infine dirò di creder,
che anche codesta guerra
dall' economia è sommossa,
dai potenti sceicchi del denaro
che mai capiranno
la principale ragione di vivere:
l' amore, che mai
è una compravendita
e mai in un contratto degenera!
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