Si comincia come per magia
pensando sia facile trovare la via
della leggerezza nei suoni delle parole,
ordinate in versi per misure e colore.
Sembra di starsene a mezz’aria
come un uccello che lascia lontano
la sua ombra e cantando beve tutto il cielo.
Ma ora che non mi è rimasto quasi niente
e sono caduti la luna le stelle i firmamenti
e più non sono le cose dei miracoli viventi,
vengono fuori dal petto solo domande stanche
e fanno male il vuoto delle persone morte o abbandonate,
gli strappi al cuore nella nebbia della memoria,
Come sono pesanti le parole
Come sanno di oggetti consumati
O di spine che trafiggono la gola.
Le rose sono sfiorite. L’umido autunno
fa marcire le foglie, stende nuvole sui pensieri
che volevano salire fino a Dio ed invece tornano
nella mano che scrive e lentamente respira
sfogliando ad uno ad uno i fogli bianchi.
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