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Cantos

di Giovanni Rossato
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Pubblicato il 05/03/2021 23:20:23

Da alcuni anni ormai i Cantos di Pound stanno sul comodino, sono davvero immortali, non ne puoi leggere che un pezzettino ogni tanti sennò ti senti di tradirli: ti accorgi di non capire un cazzo. Altra cosa è Srimborska anche lei sul comodino, l’ho letta tre quarti e credo essere polacchi sia una cosa strana, non so se buona o cattiva mentre l’America è sempre una possibilità, un caos di disordinate libertà e punizioni a catena dove puoi morire e spassartela senza che nessuno si accorga di nulla.

Mi pare nessuno abbia più voglia di giocare, perciò non sono solo, cosa strana che i ragazzi non possano più cantare in classe né abbracciarsi, spintonarsi e fare a cazzotti. Nessuno ha preso l’influenza questo inverno eppure non siamo mai stati così pieni di sofferenza, è una buona cosa si possa accarezzare il proprio cane, almeno per lui e per noi.

Come si fa a farsi un’amante se nemmeno puoi portare in macchina i non  conviventi se non sul sedile posteriore? E’ un problema, potresti sentirti un taxista dell’amore (potrebbe essere un gioco, non ci avevo pensato). Come è facile perdere le aspirazioni di un tempo! Quando Pound ha scritto i Cantos era tutto più chiaro o almeno così sembrava: i tu erano tu e gli io erano io. Tempo di uomini forti e pazzi, di pacifisti zuppi fino al midollo. C’era ancora qualche anarchico e si pensava il mondo fosse tondo e che cammina, cammina si potesse sempre ritornare da dove si era partiti poi si è capito che Ossendowki era stato l’ultimo ad averlo fatto e con grave pericolo. Non è che il mondo fosse o sia cambiato, semplicemente sono tempi e concomitanze e adesso c’è la pandemia e ognuno vuol dire la sua per dire agli altri che non è un pezzo di merda: che c’è. Per altri non è neppure un’occasione ma solo un continuare a restare al proprio posto come ne “L’arpa birmana” ma ahimè nessuno intonerà un canto che non diventi virale sul web.

Cominciò a pensare che la cosa migliore sia fermarsi e tacere, al massimo riprendere in mano la penna e con buona grazia, speriamo, trovare un po' di chiarezza nel pezzo di carta che si scrive. Una linea può essere una direzione per arrivare da qualche parte se la si traccia onestamente e parlare con onestà può essere l’occasione per cambiare il mondo e saper dire, non so, oppure non ne sono certo, senza forzare, assecondando invece la strada del cosmo e via dritti attraversando tutta la Via Lattea e la Cintura di Orione trovando magari mondi abitabili per noi tutti.


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