Perduta eco al tuo arabesco trino
non faccio non dico non bevo di questo vino
è dunque sazia la bocca sui plantari morbidi delle gengive congiunte
e bivi e fiotti chi in salita vive
mai depone le armi sulla carrozzella antipubblicitaria
del vuoto a rendere nella danza dei primi piani
stagionali come il verso delle foglie
sono questi abissi imboccati di mano
puoi non avere fame come rito di resistenza
e ognuno aspetti la morte come gli pare
ho lasciato le promesse nel vano dell'ascensore
e all'occorrenza correrò giù dalle scale.
Stentano i segreti a conservarsi nella notte
se ti rifanno il letto due volte al giorno
e non sei più padrone dei vizi di forma.
Pausa rosario come un revolver
puntato alle tempie
caricato a salve
di madonna in madonna
la compostezza della sera non lusinga finestre sempre chiuse.
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