Come a maestà mortale arresa
vibravo al tocco di una gioia
rabbiosa -
troppo di vita dove niente fugge -
e tutto,
tra cielo e terra e campi,
e chiese che l'olio impasta
al grido altissimo dei corvi -
sta con le stelle a raccontare
il blu di una notte, un ricordare.
S'impiglia sui vetri dei bistrot,
sui tavolini color paglia
e sogna,
su un letto giallo
con la coperta come il dorso
di un granchio vivo,
volti cosparsi di un vibrare intenso.
E gira,
attorcigliata a quei cipressi,
la pena intensa della vita.
Maestà mortale essere tutta in tutto -
follia pensare di annullarla
o scorgere una crepa,
un solco che ne offenda la bellezza.
(Davanti ai dipinti di Van Gogh, al musée d'Orsay - Parigi, aprile 2014)
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