Celebriamo la liturgia della Pasqua
come evento senza tempo,
in cui nulla di nuovo accade
e tutto è memoria.
E misuriamo quanto in questi giorni
essa, la Pasqua, il racconto fondatore
della cultura occidentale , giaccia in fondo a noi,
non pensato. Eppure è esso che ci ha portato
l'idea del futuro che realizza i desideri profondi:
essa ci ha insegnato che la storia umana
può avere un senso, un fine e una fine
Gli uomini di chiesa hanno paura di pensare
e ripetono l'insignificante; gli uomini di cultura e di scienza
non credono più che si possa pensare il destino;
al massimo consentono che lo si subisca
come un banale avvenimento
come cronaca minore
che subentra quando la storia non ha più volto.
Eppure la storia bussa con urgenza in questi giorni,
con tanta più forza quanto meno siamo disposti
ad ascoltarla.
Vi è un crocefisso che non risorgerà nella Pasqua del 1993;
il popolo di Bosnia
Inedito – Febbraio/Marzo 1993
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