La mia gatta non gradisce questo nuovo appartamento.
Lo capisco dal suo sguardo offeso e sprezzante.
Infatti, per seguirmi, ha rinunciato a tutti i suoi possedimenti
Un frutteto di centinaia di ettari, un prato
Dove aveva tutti i suoi giocattoli: lucertole, topolini,
Gracili passeri caduti dai nidi, farfalle;
E non può più decifrare con le lunelle attente
Le ombre della notte ed i suoi linguaggi.
Gironzolando per le stanze ha provato tutte le poltrone
E infine ha eletto una ciotola di terra sul balcone
Dalle cui sbarre osserva sconcertata certi animali di latta
Luccicante che strepitano e gettano nell’aria neri vapori.
Ma soprattutto temo che abbia cambiato opinione
Sul mio stato mentale: chi mai lascerebbe l’Eden
Per l’Inferno? - si chiede, ma guarda tu che razza di padrona
E nel farmi le fusa mescola l’amore col rancore.
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