Pubblicato il 27/03/2014 21:38:29
Raccogliamo briciole, ce ne appropriamo come dopo un lauto pasto contemplato. Se il signore va a fare il riposino, tu non sai fingerli chiusi gli occhi. Cieco, come Tiresia. Muniti di vuoti a credito delle pietanze, Ti acciuffiamo. Come si acciuffa un boccone di aria all’uscita del metrò. Un Fabbro. Il Migliore. Ci si appella alle tue note che vanno a funzionare dentro Le lancette di quadranti esposti ovunque. Così ci spogli dei quando mentre del suono ci vesti E del medesimo passo alla volta. Coltivatore, E Io che soltanto vorrei chiamarti per nome.
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