Pubblicato il 14/02/2014 09:34:02
A Susy e Margara
Tutto era calmo nella casa spenta. Fino al giorno seguente, dio sa fino a quando il silenzio regnava come un idolo antico. Non funzionavano le leggi del traffico, quelle imprescindibili ordinanze che bisogna rispettare per circolare nel corridoio. È come se la notte proponesse una tregua, come se spegnendo la luce si spegnesse il pericolo. Ascolto. Niente. Tacciono tutti unanimi. Guardare ilo buio è comportarsi da morto: gli occhi vanno dal nero che ci abita al nero che ci avvolge. Siamo gli spenti, gli assenti, quelli che affastellano il tempo sui loro polsi; siamo gli uditori del silenzio e quel silenzio è come un tunnel per dove solo avanza il tempo. Non vedere, senza essere cieco, è sprofondare nel tempo.
(traduzione di Raffaella Marzano, http://antonioblunda.wordpress.com/2012/08/25/poesia-contemporanea-spagnolafrancisca-aguirre/)
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