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Paolo e Francesca (epistola)

di Alessandro Porri
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Pubblicato il 12/11/2014 09:08:09

PAOLO E FRANCESCA

 

 

Caro Professor Barillari,

 

Le scrivo per condividere con Lei, questo mio momento di coinvolgente felicità. Tutto per me cominciò da quel “cadde come corpo morto CADE”.Poche semplici e umili parole, incastonate con la sapienza, propria dei grandi, a plasmare il più prezioso dei gioielli della nostra letteratura. Ricordo ancora quel senso di beatitudine che pervase il mio spirito. Qualcosa, da quel giorno, nel mio intimo, nella mia scala dei valori, cambiò profondamente. In quel difficile liceo di una periferia romana degli anni ottanta, non dissimile da tante altre realtà italiane, tutto questo fu possibile grazie ad una persona unica come Lei. Lei Professore, ci forni gli strumenti, le chiavi di lettura, l’entusiasmo, ci trasmise la sua curiosità intellettuale che diventò anche la nostra. È tanto che avrei voluto scriverle e restituirle quella felicità che donò a me e ai miei compagni in quegli anni. Sembrava veramente inconcepibile che noi giovani, irresponsabili per definizione, trovassimo appagamento dalle pagine di un testo scolastico, eppure stava accadendo proprio a noi. Grazie a Lei, molti di noi, hanno intrapreso una proficua carriera universitaria. Ricordo ancora l’irrefrenabile gioia con cui fui accolto, il giorno che la venni a trovare a scuola, subito dopo la mia laurea. La soddisfazione palpabile con cui mi presentò ai suoi studenti. C’ero ancora io in ognuno di quei ragazzi, i miei occhi si riflettevano nei loro, il mio respiro seguiva il loro stesso ritmo. Avevo ancora fame di sapere, provavo ancora felicità nell’imparare.

Oggi, che anch’io insegno, che ogni giorno mi confronto con quei giovani in perenne subbuglio, ho capito quanto sia appagante donare quello che muove dentro di noi. le nostre esperienze, i nostri successi i nostri errori. La felicità che mi torna indietro, nel vedere la meraviglia dipinta sul volto dei miei studenti, vale molto più di qualsiasi denaro. Ho la possibilità di sostenere, di educare, di stimolare, ma soprattutto di accompagnare nella crescita quel germoglio che si appresta a diventare una pianta rigogliosa e indipendente. Questa mattina, ho voluto regalarmi una giornata particolare. Sono andato in copisteria ed ho fotocopiato gli appunti che Lei ci dettò e che io conservo gelosamente tra le cose più care. Ho voluto condividere questo tesoro con i miei ragazzi. È stato come rivivere una sua lezione, ascoltare le sue parole, sentire il brusio dei miei compagni. Per alcuni istanti, lo spensierato tempo della gioventù, si è nuovamente impossessato di me. Paolo e Francesca sono stati capaci di donarmi, ancora una volta, un momento di pura felicità,  quella felicità che ho saputo comprendere, apprezzare e spero trasmettere grazie a Lei.

 

Con immutato affetto

Alessandro


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