A proposito di Karola
Proprio non ne volevo parlare, anche se la tentazione di unirmi al giusto coro di chi difende il capitano della Sea Watch 3 era molto forte, ma ti sembra di non poter aggiungere molto di più di quanto è stato già detto, di dire cose già trite e ritrite quindi, come si diceva una volta, zitto e mosca! Taci, Marco, che è meglio!
Intanto leggo che, durante una manifestazione pro-Terra a Parigi, manifestazione nella quale era presente Greta Thunberg, la giovane attivista svedese per i diritti dell’ambiente, ci sono stati tafferugli con la polizia che ha deciso di annaffiare con i gas lacrimogeni e caricare i dimostranti.
Allora, scrollando la testa, mi sono ridetto che alla fine è a stessa cosa: che si offenda l’uomo quanto tale per il suo colore e la cultura da cui proviene, che si attacchi chi difende l’ambiente e, ancora peggio, l’ambiente stesso, senza alcuna pietà alla fine tutto nasce da un unico tipo di pensiero.
Leggo un altro articolo che ci dice che quelli che avranno la possibilità di sopravvivere più a lungo alla catastrofe ambientale dovuta al surriscaldamento del pianeta sono gli individui più facoltosi: tutto combacia!
Poi, altrove, sempre tornando alla nostra Karola, salta fuori che, per alcuni mass media, la sua “azione di forza” è dovuta essenzialmente alla sua voglia di mettersi in mostra, al suo ego dunque, quindi un’operazione di vero altruismo viene felicemente trasformata in un puro e semplice atto egoistico, come se uno volesse rischiare la galera, per giunta italiana, solo per una questione di visibilità mediatica….
…e qui mi è scoppiato dentro qualcosa, che so di avere, ma che tengo lì, come una bottiglia di vino molto buono, da stappare solo nelle grandissime occasioni. Quel qualcosa che, per la maggior parte del tempo, fingo persino di non avere, e tengo ben nascosto.
Dunque, vediamo un po’…a vedere Karola, per chi ha avuto un po’ di esperienza “vera” con la Germania e i tedeschi, si capisce che questa giovane donna di 31 anni, con la sua pettinatura rasta e il suo volto semplice, una pelle che deve aver visto ben poco trucco, è figlia di quella Germania nata negli anni 40’-50’ e che ha fatto della lotta per la difesa dell’ambiente e contro il dispotismo dei poteri forti una bandiera da portare a esempio nel mondo, spesso in un confronto doloroso e serrato con le generazioni a loro precedenti che hanno accettato e spesso molto volenterosamente appoggiato il nazismo.
E qui mi tornano i ricordi anche personali, gli adesivi con il sole che ride e la scritta “atomkraft, nein danke!” e, andando un po’ oltre, le manifestazioni del 1986 contro la centrale atomica di Wakersdorf, subito dopo la catastrofe di Cernobil, i gas lacrimogeni gettati dalla polizia anche con gli elicotteri, la fuga per non farsi beccare, i tre morti rimasti sul terreno…
Era gente così e fanno ancora figli come Karola questi tedeschi, o meglio, questo tipo di tedeschi, che riescono a vivere con semplicità e senza fronzoli in un Paese molto più ricco del nostro… certo, c’è ancora e c’è sempre stata una folla di tedeschi rigida e conservatrice in Germania, che si è passata il testimone da una generazione all’altra, per poi culminare con ritorni di fiamma, impensabili negli anni 60’-80’, dei nuovi movimenti nazisti e di estrema destra.
Però c’è anche gente come Karola, che ancora si sa prendere dei rischi in nome delle proprie idee, e che, disponendo anche di una certa cultura, non si fa fregare dal messaggio becero che vuole la natura, il pianeta e la nostra stessa umanità come risorse inestinguibili, e crede nell’uguaglianza e nei diritti di tutti gli esseri viventi.
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