Anno 2114, mese 1, giorno 20
Astrid era inquieta.
Sapeva già tutto sin da piccola, ma ora più ci pensava più le sembrava che non avesse senso.
La madre le aveva raccontato tante volte della Grande Epidemia che aveva decimato la popolazione umana ottant'anni prima.
Il morbo si era diffuso in modo così veloce ed esteso, che non era stato possibile arginarlo. Le autorità mondiali, quel poco che ne rimaneva, avevano dovuto prendere decisioni drastiche per evitare il ripetersi di una catastrofe simile, perché il genere umano non avrebbe potuto sopravvivere ad una nuova epidemia. Così era stato deciso di interdire ogni tipo di contatto fisico tra le persone. Ora la vita si svolgeva all'interno di abitazioni asettiche, chiamate gusci, realizzate grazie ad evolute tecnologie che rendevano ogni individuo perfettamente autonomo e capace di interagire con i suoi simili a distanza. Unica eccezione era concessa ai bambini, che avendo acquisito gli anticorpi materni, potevano rimanere con le madri fino all'età di diciotto anni.
Astrid aveva diciassette anni.
Fino a quel momento la sua vita, come quella di tutti gli altri, si era svolta sul web. Grazie alla connessione era sempre in contatto con il padre, con i nonni, con gli amici e con...lui.
Si erano conosciuti alla scuola digitale di arte, musica e letteratura. Sì, perché anche se tutto era cambiato, niente era diverso. È vero che abitavano un mondo iper tecnologico, ma nel profondo erano ancora come quegli uomini preistorici che avevano dipinto bisonti nelle caverne.
Dunque, Astrid e Lucius erano innamorati.
Avevano deciso di sposarsi appena compiuti i diciotto anni.
E qui, iniziavano i dolori. Perché sposarsi non significava andare a vivere insieme. La cerimonia, che sarebbe avvenuta in videoconferenza, aveva come unico scopo quello di legalizzare l'unione tra un uomo e una donna al fine della procreazione. Ovviamente, dal momento che i contatti corporali erano severamente vietati, l'inseminazione artificiale era il solo metodo permesso. Ma Astrid non ci stava.
La madre le aveva raccontato che l'ultima generazione nata in modo naturale era stata quella dei nonni e che anche lei era nata in provetta.
"Devi fartene una ragione, Astrid, il mondo è andato avanti".
"E non potrebbe tornare indietro, almeno un po'?"
La madre cercava di farle capire che c'era in gioco il futuro dell'umanità. Che quelle regole, se pur severe, erano necessarie alla salvaguardia del bene comune. Che ogni individuo doveva mettere da parte i suoi istinti egoistici per un fine superiore.
Astrid allora sbuffava "Ma mamma io non voglio far l'amore con un'immagine allo schermo...io ho BISOGNO di lui... non è solo una necessità fisiologica, lo so che per quello basta prendere una fiala di Neo-org, ma é un'altra cosa...è...è...amore! Ma tu non puoi capire..."
E invece sì che capiva, sua madre. Capiva benissimo. Perché a dispetto di ogni regola, a dispetto di ogni ragionamento, a dispetto di ogni scrupolo, lei avrebbe mandato in malora tutto il maledetto genere umano anche per un'ora sola d'amore. Le bastava il ricordo del suo odore, a farla fremere di desiderio. Si', perché il sistema aveva una falla e lei...
Ma questa, è un'altra storia.
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