Caro diario,
mi sono innamorata di lui al primo sguardo.
Ci incontravamo al mattino, quando io rientravo stanca al termine del turno di notte, e lui usciva per andare al lavoro fresco e riposato.
All'inizio cercavo di non passargli troppo vicino, perché non notasse il mio pallore, la stanchezza che mi segna il viso. Non è facile lavorare di notte e riposare di giorno, perché poi si finisce per non dormire mai veramente; la percezione del tempo si fa assai labile al punto che alle volte ho l'impressione che tutto vada avanti allo stesso modo da un'eternità. D'altra parte ad una osservatrice attenta come me di notte il mondo si offre in modi affascinanti e inaspettati. Sapessi quante ne ho viste...Eppure credo che la vita vera appartenga al giorno. Forse per questo sono rimasta affascinata da lui.
Alcune mattine ha l'aria insonnolita, è vero, ma la maggior parte delle volte ha un aspetto raggiante. Lo vedo camminare con passo sicuro a schiena dritta, con una pelle dorata che è il ritratto della salute. Qualche volta si adombra, offuscato da chissà quale preoccupazione, ma poi di nuovo un sorriso gli illumina il volto ed io...non resisto.
Vorrei avvicinarmi, parlargli, toccarlo.
Ma non posso.
Siamo troppo diversi. Io con i miei cambiamenti d'umore, la mia vita malinconica e solitaria, lui che invece sembra il padrone del mondo.
Continueremo a guardarci ogni mattina ed ogni sera, ognuno dal suo lato della strada, senza mai incontrarci veramente.
Caro diario, sono triste, ma mi ha fatto bene parlare con te del mio colpo di fulmine. Anzi, del mio colpo di Sole.
Tua,
Luna
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